“CREPE, TRANQUILLI, CI PENSA FREUD” DI RICCARDO BàRBERA
CON PIERRE BRESOLIN, MARINA VITOLO, LUCILLA MUCIACCIA, SERENA ZAMBONI, ANTONIO MESSINA E VITO GAROFALO
SALVATORE SCIRE'
01/06/2025
VISTO E RECENSITO


Si tratta di un atto unico scritto e diretto da Riccardo Bàrbera, che per l’occasione ha allestito un cast veramente formidabile: parliamo di attori del calibro di Pierre Bresolin, Marina Vitolo, Lucilla Muciaccia, Serena Zamboni, Antonio Messina e Vito Garofalo.
Il testo è molto particolare, apparentemente fuori dai canoni classici della scrittura drammaturgica, ma evidentemente l’Autore con ciò ha voluto marcare un approccio atipico nell’effettuare un fantasioso e piacevole salto indietro di oltre 30 anni.
Siamo infatti, negli anni 90. Un decennio importante, segnato dalla caduta del muro di Berlino, da Tangentopoli, dalla discesa in campo del Cavaliere, dalla gestazione dell’Euro.

Il tutto condito dalle irruzioni di Aisha, una la zingara questuante. Infine c’è lo speaker Rai che ci fa riascoltare notizie dell’epoca e ci aiuta in questo fantasioso viaggio a ritroso nel nostro recente passato, che molti di noi ricordano con nostalgia. In un certo senso, avrà la meglio lo psicologo, cui tutti, nel nome di Freud, saranno costretti a ricorrere!
E il povero Andrea, idealista politicizzato, dopo aver visto con sbigottimento il crollo dell’URSS, confessa di sperare ancora in un futuro migliore, ma l’ultima notizia del giornale radio lo lascerà senza parole! E non vi riveliamo null’altro!
La pièce si propone come un piacevole divertissement, ben farcito di battute anche se scritto in forma rapsodica.
La regia è vivace e frizzante. Gli attori sono tutti bravissimi: Pierre Bresolin è un magnifico architetto, Marina Vitolo è brillante nel ruolo della moglie, Lucilla Muciaccia risulta assai efficace nella parte della cliente, Serena Zamboni è fortemente comica come zingara questuante, Antonio Messina è impeccabile nel ruolo di Ernesto, muratore per necessità che torna a fare il suo lavoro di psicologo; e Vito Garofalo, infine, dà vita con eleganza e ironia allo speaker RAI.
Nel complesso uno spettacolo fruibile, grazie anche alla bontà del cast, che si rivela all’altezza della situazione.

W il Teatro!
di Salvatore Scirè