AL TEATRO ARCOBALENO “STEFANO”, DI ARMANDO DISCEPOLO
UNA STORIA IN ARGENTINA DI ITALIANI SENZA PATRIA
SALVATORE SCIRE'
31/10/2024
VISTO E RECENSITO

Ebbene, Enrique aveva un fratello, di norme Armando, altrettanto bravo autore di teatro e regista, creatore del cosiddetto genere grottesco “criollo”, che tanto andava di moda nella Buenos Aires degli anni 20 e 30.
Tra le tante opere che a lui si devono, figura STEFANO, che racconta una triste storia di immigrazione italiana in Argentina, descrivendo le difficoltà che incontravano non solo i modesti operai che traversavano l’Atlantico in cerca di fortuna, ma anche un valido pianista diplomato al Conservatorio di Napoli, che sperava di farsi strada, di suonare al Teatro Colòn, ma mille ostacoli non glielo hanno permesso. Tutto questo ha causato forti contrasti in famiglia, fino al finale tragico che non ti aspetti.
Di questa opera di Armando Discépolo, il regista Stefano Angelucci Marino (l’omonimia è del tutto casuale) ne ha voluto realizzare una versione molto particolare, ricorrendo anche a otto maschere antropomorfe per consentire la trasfigurazione di alcuni personaggi.
Accanto a lui, protagonista della pièce, hanno recitato Autilia Ranieri, Roberto Solofria, Rossella Gesini e Paolo Del Peschio.
L’opera, rimasta in scena solo 3 giorni, ha incuriosito gli spettatori, grazie al tema trattato, quello degli “italiani senza Patria”.
Uno spettacolo certamente complesso e di non facile fruizione, peraltro messo in scena con grande professionalità e bravura.
di Salvatore Scirè
TEATRO ARCOBALENO (Centro Stabile del Classico)
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