“A CHE SERVONO QUESTI QUATTRINI”, DI ARMANDO CURCIO

AL TEATRO PARIOLI UN CLASSICO PORTATO IN SCENA ANCHE DAI FRATELLI DE FILIPPO

SALVATORE SCIRE' 19/12/2023
VISTO E RECENSITO
A CHE SERVONO QUESTI QUATTRINIRoma. Al Teatro Parioli la scorsa settimana (13-17 dicembre) è andata in scena una commedia assai particolare, dal titolo “A che servono questi quattrini”, scritta da Armando Curcio e allestita con la sapiente regia di Andrea Renzi. Sul palcoscenico abbiamo potuto apprezzare una bellissima compagnia, composta da Nello Mascia, Valerio Santoro, Salvatore Caruso, Loredana Giordano, Fabrizio La Marca, Ivano Schiavi.

 “A che servono questi quattrini” può essere tranquillamente considerata un classico della drammaturgia italiana: la commedia di Armando Curcio, infatti, fu rappresentata per la prima volta nel 1940 (quindi poco prima dell’entrata in guerra) dalla compagnia dei Fratelli De Filippo ottenendo un clamoroso successo innanzi al pubblico dello storico Teatro Quirino di Roma.  

In effetti, si tratta di un lavoro che ci riporta indietro nel tempo, facendoci riassaporare i meccanismi e quelle atmosfere che erano tipiche della farsa. Si tratta di un ritorno al passato, di un salto all’indietro di un centinaio di anni, quando il teatro napoletano cominciava ad affermarsi a livello anche internazionale. Tra l’altro, scritta con un dialetto (o lingua) molto accurato e con l’uso di parole di non comune comprensione.

La vicenda ci narra le mirabilia del Marchese Parascandolo, chiamato da tutti il Professore, il quale, “per dimostrare le sue teorie socratiche, bizzarre e controcorrente, ordisce un piano comicamente paradossale che svela l’inutilità del possesso del denaro”
Il periodo storico in cui fu scritta la pièce era ben lontano dalle attuali dinamiche economiche, dalle speculazioni finanziarie o immobiliari che caratterizzano l’economia attuale, ma tutta la filosofia del professore tende a smontare la voglia di accumulare ricchezze, soprattutto se a danno dei più deboli.

Per mettere in atto il suo piano, il Professore decide di aiutare Vincenzino, un giovane del popolo, ovviamente povero, che vive con la zia Carmela, “signorina” dai principi molto tradizionali. Vincenzino corteggia Rachelina, ma trova la decisa contrarietà del fratello Don Ferdinando, imprenditore benestante e molto attento alle apparenze sociali.A CHE SERVONO QUESTI QUATTRINI

Poi, avviene qualcosa di inatteso e le parti si invertono: così sarà Vincenzino a risolvere i problemi del futuro cognato, ma tutto avrà luogo secondo la sapiente e raffinata strategia del Professore, il quale dimostra che anche “una chiacchiera, una voce” buttata lì con nonchalance, può valere più di una cinquina secca (il Lotto è una presenza quasi imprescindibile nel teatro napoletano).  Alla fine, tutti felici e contenti. Soprattutto il pubblico!
Veniamo quindi all’ottimo cast. 

Nello Mascia dà vita a uno spettacolare Professore che domina la scena dall’inizio alla fine, mentre  Valerio Santoro veste i panni del popolano Vincenzino, povero ma anche un po’ sfaticato, invano spronato dalla zia Carmela, magnificamente interpretata da Salvatore Caruso (che dopo aver dato vita al divertente personaggio femminile, alla fine della pièce interpreta un personaggio maschile minore). Loredana Giordano ci regala una fresca e frizzante Rachelina, mentre Ivano Schiavi risulta assai efficace nel ruolo di Ferdinando. Infine Fabrizio La Marca interpreta Michele, uomo di fiducia del Professore, ma pronto a sdoppiarsi per agevolarne il disegno.

La regia di Andrea Renzi, sviluppata in un contesto “popolare e festoso” risulta godibilissima ed efficace nel sottolineare abilmente la comicità che è alla base dell’idea drammaturgica di  Armando Curcio: ossia quella di dimostrare che, tutto sommato, dei soldi, volendo, si può anche fare a meno!
 
Salvatore Scirè
 
Teatro Parioli
Via G.Borsi 20 - Roma
info 06/5434851
www.ilparioli.it
 

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