“UNA STANZA AL BUIO” DI GIUSEPPE MANFRIDI

CONCLUSE AL TEATRO DEGLI AUDACI LE REPLICHE DELLA PIECE CON ALESSIA FABIANO E CLAUDIO ZARLOCCHI

di Salvatore Scirè 12/10/2020
Visto e recensito
alessia fabianiRoma. Si concludono oggi le repliche della pièce “Una stanza al buio” di G.Manfridi portata in scena da Alessia Fabiani e da Claudio Zarlocchi  per la regia di  Francesco Branchetti
Si tratta di una drammaturgia molto particolare, che potremmo definire un giallo psicologico.

Ci racconta, infatti, il casuale incontro (mica tanto casuale, in realtà) tra un uomo e una donna nell’appartamento di uno scapolone da poco ucciso. Per terra si nota ancora ben disegnata col gesso l’impronta del corpo così come è stato trovato dalla polizia.

Lui è un personaggio strano, timido, insicuro, inquilino e amministratore del condominio, che si diletta a scolpire il marmo. Lei è una donna felina, vestita in pelle nera, sicura di se, al punto da corromperlo per entrare in quell’appartamento sotto sequestro, di cui lui ha le chiavi, in quanto nominato custode fino alla chiusura delle indagini.alessia fabiani

Lei sostiene di aver riportato qualcosa che apparteneva a quella casa. In realtà, cercava qualcosa: perchè?  E’ su questo punto che si accendono i dialoghi, e i relativi colpi di scena, che nel finale si susseguono fino all’inimagginabile.

I due protagonisti ci restituiscono due personaggi ben tratteggiati, così come immaginati dall’Autore.  La Fabiani  si dimostra padrona della scena, col suo incedere su possenti stivali, sicura nelle sue affermazione, subdola nell’insinuare dubbi e ipotesi nella mente del poveretto che le sta di fronte. Zarlocchi è molto bravo nella caratterizzazione del suo personaggio, pieno di tic, di ossessioni, di paure: i dialoghi si sviluppano tra il comico e il grottesco, tra il poetico e l’assurdo. A volte pare che tra i due possa scattare una scintilla di eros, ma così non è. In effetti, lei ha altri interessi; e, una volta ottenuto il suo scopo e trovato ciò che le interessava, non esita a dileguarsi; ma prima di sparire...   

Beh, il finale non lo possiamo proprio rivelare! Non sarebbe giusto. Buona la regia di Branchetti, che sottolinea il profilo psicologico dei due protagonisti. Belle e intriganti le musice di Pino Cangialosi.  Le scene sono di Andrea Franculli.  Uno spettacolo che parte un po’ lentamente, ma che poi prende quota come il volo del gabbiano.  Uno spettacolo che sicuramente  continuerà a girare.
 
Per info:
www.teatrodegliaudaci.it 
Via Giuseppe De Santis 29, 00139  Roma
telefono 06.94376057

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