LA TRINACRIA E’ FEMMINA
TUTTI A PIAZZA NAVONA PER UN APERITIVO IN ONORE DELLA SICILIANITA’
di Salvatore Scirè
22/10/2022
Incontri
Roma. Da giovedì 20 a domenica 23 ottobre 2022 a Teatrosophia, a due passi da Piazza Navona, nel cuore di Roma, arriva la Sicilia in tutta la sua femminilità, con annesso aperitivo offerto dalla casa e vino rosso siculo.
Partita nel 2013 dalla Città del Gusto del Gambero Rosso, in cui Ilenia Costanza e Lorena Vetro raccontavano la loro terra preparando cazzilli e caponata, nel 2016 “La Trinacria è Femmina”, con un’orchestra tutta al femminile, debutta nella straordinaria cornice della Valle dei Templi di Agrigento, davanti al Tempio di Giunone, per proseguire in varie regioni, presentando anche il CD Live contenente i brani più significativi dello spettacolo.
“Considerateci le Gorgoni che danno senso alla Trinacria: Medusa, che rappresenta la perversione intellettuale; Steno, la perversione morale; ed Euriale, la perversione sessuale. Ma lasciamo a voi la distribuzione dei ruoli!”
Un divertente e poetico concerto reading che racconta la Sicilia partendo dal lessico femminile delle parole che la caratterizzano...“Siccità è femmina...- dice la Costanza - Santa Rosalia e Sant’Agata sono femmine. Imprenditoria è femmina... selvaggia e disonorata però.
L’emigrazione è femmina; la mafia lo è; la maschera di Pirandello e la roba di Verga. Ma anche la vigna, la mandorla e l’arancia. E il pistacchio. Sì, perché da noi il pistacchio si chiama ‘a fastuca! E diventa femmina... come la bellezza!”.
Ilenia Costanza cunta (racconta) la sua terra con le parole dei più grandi scrittori, da Pirandello a Quasimodo, da Buttitta a Bufalino e Sciascia; mentre Lorena Vetro, l’ultima Cantastorie, voce portentosa e coinvolgente, con la sua chitarra canta le leggende: Rosa Balistreri, Otello Profazio, Nonò Salamone; senza tralasciare contaminazioni da Domenico Modugno a Mercedes Sosa e Marlene Dietrich… La Leggenda di Colapesce, Barbablù, Amara Terra mia, Lili Marleen, Malarazza, Qua si campa d’aria e tante altre, fino al tripudio del pubblico che si commuove e ride nel contempo, mentre le note dell’isola bella vibrano grazie al flauto traverso, all’ottavino e al bandoneon di Monica Tenev.
“Bastano una donna e un tamburo, per fare scoppiare una rivoluzione” , e sarà vero, vista l’energia delle tre artiste, che spinge il pubblico a “dimenarsi” sulle poltrone; in uno show che sazia anche, perché non tralascia la cucina (femmina anche lei!), dal cannolo e la sua simbologia all’invidiosa astuzia che generò la sarda a beccafico; svelando trucchi, ricette e origine di una cucina povera di materia prima e ricca di sapore... il sapore di quella primordiale ricchezza che è l’amore.
Partita nel 2013 dalla Città del Gusto del Gambero Rosso, in cui Ilenia Costanza e Lorena Vetro raccontavano la loro terra preparando cazzilli e caponata, nel 2016 “La Trinacria è Femmina”, con un’orchestra tutta al femminile, debutta nella straordinaria cornice della Valle dei Templi di Agrigento, davanti al Tempio di Giunone, per proseguire in varie regioni, presentando anche il CD Live contenente i brani più significativi dello spettacolo.
“Considerateci le Gorgoni che danno senso alla Trinacria: Medusa, che rappresenta la perversione intellettuale; Steno, la perversione morale; ed Euriale, la perversione sessuale. Ma lasciamo a voi la distribuzione dei ruoli!”
Un divertente e poetico concerto reading che racconta la Sicilia partendo dal lessico femminile delle parole che la caratterizzano...“Siccità è femmina...- dice la Costanza - Santa Rosalia e Sant’Agata sono femmine. Imprenditoria è femmina... selvaggia e disonorata però.
L’emigrazione è femmina; la mafia lo è; la maschera di Pirandello e la roba di Verga. Ma anche la vigna, la mandorla e l’arancia. E il pistacchio. Sì, perché da noi il pistacchio si chiama ‘a fastuca! E diventa femmina... come la bellezza!”.
Ilenia Costanza cunta (racconta) la sua terra con le parole dei più grandi scrittori, da Pirandello a Quasimodo, da Buttitta a Bufalino e Sciascia; mentre Lorena Vetro, l’ultima Cantastorie, voce portentosa e coinvolgente, con la sua chitarra canta le leggende: Rosa Balistreri, Otello Profazio, Nonò Salamone; senza tralasciare contaminazioni da Domenico Modugno a Mercedes Sosa e Marlene Dietrich… La Leggenda di Colapesce, Barbablù, Amara Terra mia, Lili Marleen, Malarazza, Qua si campa d’aria e tante altre, fino al tripudio del pubblico che si commuove e ride nel contempo, mentre le note dell’isola bella vibrano grazie al flauto traverso, all’ottavino e al bandoneon di Monica Tenev.
“Bastano una donna e un tamburo, per fare scoppiare una rivoluzione” , e sarà vero, vista l’energia delle tre artiste, che spinge il pubblico a “dimenarsi” sulle poltrone; in uno show che sazia anche, perché non tralascia la cucina (femmina anche lei!), dal cannolo e la sua simbologia all’invidiosa astuzia che generò la sarda a beccafico; svelando trucchi, ricette e origine di una cucina povera di materia prima e ricca di sapore... il sapore di quella primordiale ricchezza che è l’amore.