INTERVISTA A CLAUDIO E DIANA GLI AMBASCIATORI DELLA POSTEGGIA NEL MONDO
I DUE SONO ANCHE AUTORI DEL LIBRO: “Sì MA… IL LAVORO VERO?”
CRISTINA MARRA
10/02/2024
LE INTERVISTE DI CRISTINA
Sanremo. Claudio e Diana a Sanremo sono davvero di casa! La coppia di musicisti da quarant’anni celebra la canzone napoletana con esibizioni internazionali, studi e ricerca della tradizione che diventano progetti continui, collaborazioni prestigiose, performance legate a tematiche sociali, pubblicazioni di libri. Claudio De Bartolomeis e Diana Ronca, sono ambasciatori della Posteggia nel mondo e autori del libro “Sì ma...il lavoro vero?”, anche quest’anno Casa Sanremo per la 74 edizione del festival della canzone italiana non si sottraggono alle mie domande che puntano a raccontare la loro storia di coppia artistica e nella vita che vive in simbiosi con la musica e di musica.
Vulcanici e curiosi Claudio e Diana sono artisti eclettici che fanno della musica il loro vivere quotidiano, musica come lavoro, come passione, come studio, come divertimento ma anche come arricchimento, come lezione di vita e per la vita.
Raccontare i quarant’anni del loro sodalizio artistico non è semplice basta citare il premio Eccellenze italiana, le partecipazioni in trasmissioni RAI e Mediaset, la loro Serenata dal balcone di Giulietta a Verona.
Ciao Diana, con Claudio siete una coppia artistica da 40 anni. Mi racconti gli esordi?
Sì esattamente ad aprile, saranno 41 anni che stiamo insieme. Quando ci siamo conosciuti, non sapevamo di avere in comune la passione per la musica. Io studiavo pianoforte, e mi sono poi Diplomata e Claudio suonava la batteria e la chitarra.
Abbiamo iniziato a suonare insieme per divertirci, poi abbiamo conosciuto una coppia che faceva il Pianobar, ed ho iniziato a prendere lezioni di musica moderna. Dopo un paio di mesi, è arrivata la proposta di una tournèe con il cantante Pupo come tastierista e corista.
Abbiamo convinto l'organizzatore a far venire anche Claudio come percussionista ed abbiamo capito, calcando il palco, che quella era la vita che avremmo fatto.
I sogni si realizzano. Per voi è la musica il grande sogno che si realizza con successi professionali e progetti nuovi. Vivete per la musica e di musica. Bisogna credere sempre ai sogni?
I sogni sono una parte fondamentale della nostra unione. Ne abbiamo sempre uno da tirare fuori dal cassetto. Bisogna sempre credere nei sogni, ma soprattutto, svegliarsi e fare il possibile e l'impossibile perchè quel sogno si realizzi.
Musicisti ma anche ricercatori e custodi di un vasto repertorio di musica napoletana. Una delle vostre specialità è la serenata. Quanto è richiesta?
La serenata è forse, la parte più emozionante del nostro repertorio. Non è mai finita del tutto, ma negli ultimi anni ha avuto un fortissimo rilancio, sicuramente perchè è una sorpresa romantica e spesso, inaspettata.
Noi eseguiamo, rigorosamente in acustico, brani del repertorio classico napoletano: I te vurria vasà, Anema e core, ma anche brani che per la loro bellezza, consideriamo classici, come Caruso, Tu sì 'na cosa grande...E poi cìè anche il momento di coinvolgimento dei presenti con brani di Carosone e tarantelle.
A Verona è stata un'emozione bellissima, perchè il piazzale era gremito di persone che non sapevano cosa stesse accadendo, e perchè suonavamo "nel luogo dell'amore".
Un libro raccoglie il vostro percorso personale e artistico. Perché avete deciso di scriverlo e a chi è rivolto?
Qualche volta è capitato che ci abbiano chiesto "Che lavoro fate? Alla risposta “musicisti”, la domanda successiva era, sì, ma il lavoro vero? Perchè nell'immaginario collettivo, la musica si fa per hobby, come passatempo, nella migliore delle ipotesi, come seconda attività. Ed allora abbiamo pensato di mettere su carta il nostro percorso e come abbiamo fatto a riuscire a vivere di musica. E' rivolto a chiunque creda che i sogni si possano realizzare con le proprie forze, senza raccomandazioni, nè aiutini, con tantissimo impegno ed abnegazione. Abbiamo la fortuna di andare spesso nelle scuole e parlarne ai ragazzi.
Il festival di Sanremo, una tappa che da sempre vi vede protagonisti con omaggi e contributi. Quest'ansia cosa proponete con Napoli a Sanremo?
Accanto al tour che facciamo ogni anni che si chiama "Sal-Remo", da Salerno a Sanremo che prevede tappe in librerie, teatri, salotti di casa, interviste ecc...abbiamo creato un format dal titolo "Napoli a Sanremo" durante il quale raccontiamo aneddoti ed eseguiamo brani di artisti napoletani che hanno calcato il palco dell'Ariston.
Musicisti vicini al sociale. Mi racconti una delle vostre iniziative di solidarietà?
Amiamo ogni tanto, dedicare video a temi che ci stanno particolarmente a cuore. Abbiamo iniziato con Terra mia, video per il quale abbiamo chiesto il contributo del popolo del web che si è fotografato per noi con la mano sul cuore per difendere una Terra o una causa. Ci sono arrivate foto da tutto il mondo, che hanno toccato tantissime tematiche ed è diventato un manifesto di amore e libertà che abbiamo portato anche alla Camera de Deputati e di cui hanno parlato tantissime trasmissioni tv e riviste.
Ci siamo poi dedicati alla Pizza, nell'anno in cui è diventata Patrimonio dell'Unesco, ai Musei, al femminicidio e da ultimo alla Pace, con un video che ha girato per noi il grande regista Duccio Forzano.
Che rapporto avete col vostro pubblico e i colleghi?
Il pubblico per noi, è un amico. Ci piace moltissimo creare un rapporto intimo e confidenziale, anche quando facciamo gli spettacoli in teatro, e per questo, ci raccontiamo molto. Il nostro repertorio, poi, la Posteggia, ci regala la bellezza e l'unicità di avvicinarsi alle persone senza microfono nè amplificazione e si crea un intesa di sentimenti indescrivibile.
Con i colleghi abbiamo un rapporto di scambio che ci arricchisce moltissimo. Amiamo le collaborazioni perchè prendiamo tanti spunti ed emozioni nuove e siamo stati molto fortunati a farne tantissime anche con artisti di cui eravamo fans, come Tony Esposito, Joe Amoruso, Rino Zurzolo.
Salernitani che portano alta la bandiera della musica napoletana. Quanto siete legati a Napoli?
Napoli ci ha dato tantissimo, da sempre. La prima serata da soli, l'abbiamo fatta a Napoli, tantissimi dei nostri clienti sono napoletani, in Campania e nel mondo. E poi siamo letteralmente innamorati di questo repertorio musicale incomparabile, che ci fa grandi nel mondo. Un pozzo di cultura e trazione, con perle musicali ineguagliabili.
Vulcanici e curiosi Claudio e Diana sono artisti eclettici che fanno della musica il loro vivere quotidiano, musica come lavoro, come passione, come studio, come divertimento ma anche come arricchimento, come lezione di vita e per la vita.
Raccontare i quarant’anni del loro sodalizio artistico non è semplice basta citare il premio Eccellenze italiana, le partecipazioni in trasmissioni RAI e Mediaset, la loro Serenata dal balcone di Giulietta a Verona.
Ciao Diana, con Claudio siete una coppia artistica da 40 anni. Mi racconti gli esordi?
Sì esattamente ad aprile, saranno 41 anni che stiamo insieme. Quando ci siamo conosciuti, non sapevamo di avere in comune la passione per la musica. Io studiavo pianoforte, e mi sono poi Diplomata e Claudio suonava la batteria e la chitarra.
Abbiamo iniziato a suonare insieme per divertirci, poi abbiamo conosciuto una coppia che faceva il Pianobar, ed ho iniziato a prendere lezioni di musica moderna. Dopo un paio di mesi, è arrivata la proposta di una tournèe con il cantante Pupo come tastierista e corista.
Abbiamo convinto l'organizzatore a far venire anche Claudio come percussionista ed abbiamo capito, calcando il palco, che quella era la vita che avremmo fatto.
I sogni si realizzano. Per voi è la musica il grande sogno che si realizza con successi professionali e progetti nuovi. Vivete per la musica e di musica. Bisogna credere sempre ai sogni?
I sogni sono una parte fondamentale della nostra unione. Ne abbiamo sempre uno da tirare fuori dal cassetto. Bisogna sempre credere nei sogni, ma soprattutto, svegliarsi e fare il possibile e l'impossibile perchè quel sogno si realizzi.
Musicisti ma anche ricercatori e custodi di un vasto repertorio di musica napoletana. Una delle vostre specialità è la serenata. Quanto è richiesta?
La serenata è forse, la parte più emozionante del nostro repertorio. Non è mai finita del tutto, ma negli ultimi anni ha avuto un fortissimo rilancio, sicuramente perchè è una sorpresa romantica e spesso, inaspettata.
Noi eseguiamo, rigorosamente in acustico, brani del repertorio classico napoletano: I te vurria vasà, Anema e core, ma anche brani che per la loro bellezza, consideriamo classici, come Caruso, Tu sì 'na cosa grande...E poi cìè anche il momento di coinvolgimento dei presenti con brani di Carosone e tarantelle.
A Verona è stata un'emozione bellissima, perchè il piazzale era gremito di persone che non sapevano cosa stesse accadendo, e perchè suonavamo "nel luogo dell'amore".
Un libro raccoglie il vostro percorso personale e artistico. Perché avete deciso di scriverlo e a chi è rivolto?
Qualche volta è capitato che ci abbiano chiesto "Che lavoro fate? Alla risposta “musicisti”, la domanda successiva era, sì, ma il lavoro vero? Perchè nell'immaginario collettivo, la musica si fa per hobby, come passatempo, nella migliore delle ipotesi, come seconda attività. Ed allora abbiamo pensato di mettere su carta il nostro percorso e come abbiamo fatto a riuscire a vivere di musica. E' rivolto a chiunque creda che i sogni si possano realizzare con le proprie forze, senza raccomandazioni, nè aiutini, con tantissimo impegno ed abnegazione. Abbiamo la fortuna di andare spesso nelle scuole e parlarne ai ragazzi.
Il festival di Sanremo, una tappa che da sempre vi vede protagonisti con omaggi e contributi. Quest'ansia cosa proponete con Napoli a Sanremo?
Accanto al tour che facciamo ogni anni che si chiama "Sal-Remo", da Salerno a Sanremo che prevede tappe in librerie, teatri, salotti di casa, interviste ecc...abbiamo creato un format dal titolo "Napoli a Sanremo" durante il quale raccontiamo aneddoti ed eseguiamo brani di artisti napoletani che hanno calcato il palco dell'Ariston.
Musicisti vicini al sociale. Mi racconti una delle vostre iniziative di solidarietà?
Amiamo ogni tanto, dedicare video a temi che ci stanno particolarmente a cuore. Abbiamo iniziato con Terra mia, video per il quale abbiamo chiesto il contributo del popolo del web che si è fotografato per noi con la mano sul cuore per difendere una Terra o una causa. Ci sono arrivate foto da tutto il mondo, che hanno toccato tantissime tematiche ed è diventato un manifesto di amore e libertà che abbiamo portato anche alla Camera de Deputati e di cui hanno parlato tantissime trasmissioni tv e riviste.
Ci siamo poi dedicati alla Pizza, nell'anno in cui è diventata Patrimonio dell'Unesco, ai Musei, al femminicidio e da ultimo alla Pace, con un video che ha girato per noi il grande regista Duccio Forzano.
Che rapporto avete col vostro pubblico e i colleghi?
Il pubblico per noi, è un amico. Ci piace moltissimo creare un rapporto intimo e confidenziale, anche quando facciamo gli spettacoli in teatro, e per questo, ci raccontiamo molto. Il nostro repertorio, poi, la Posteggia, ci regala la bellezza e l'unicità di avvicinarsi alle persone senza microfono nè amplificazione e si crea un intesa di sentimenti indescrivibile.
Con i colleghi abbiamo un rapporto di scambio che ci arricchisce moltissimo. Amiamo le collaborazioni perchè prendiamo tanti spunti ed emozioni nuove e siamo stati molto fortunati a farne tantissime anche con artisti di cui eravamo fans, come Tony Esposito, Joe Amoruso, Rino Zurzolo.
Salernitani che portano alta la bandiera della musica napoletana. Quanto siete legati a Napoli?
Napoli ci ha dato tantissimo, da sempre. La prima serata da soli, l'abbiamo fatta a Napoli, tantissimi dei nostri clienti sono napoletani, in Campania e nel mondo. E poi siamo letteralmente innamorati di questo repertorio musicale incomparabile, che ci fa grandi nel mondo. Un pozzo di cultura e trazione, con perle musicali ineguagliabili.