“VITA AMORE MORTE E RIVOLUZIONE” PAOLA DI MITRI INTERPRETA UNA TRAGEDIA DEI NOSTRI GIORNI

LA GIOVANE REGISTA E COMMEDIOGRAFA RIESCE A FONDERE TEATRO, CINEMA E TV PER RACCONTARE I DRAMMI SUBITI DALLA POPOLAZIONE TARANTINA A CAUSA DELL'ILVA

VITO BRUSCHINI 07/11/2023
VISTO E RECENSITO
VITA PAOLA DI MITRIRoma. Ai miei amici romani, appassionati di teatro, dico questo: occhio al TeatroBasilica, si trova a San Giovanni, è un teatro che offre il meglio della produzione off nazionale grazie alle scelte, devo dire coraggiose nel panorama teatrale odierno, del regista Alessandro Di Murro e dell’attrice Daniela Giovanetti, sostenuti dalla collaborazione di Antonio Calenda.

La dimostrazione di questo piccolo miracolo l’abbiamo avuta ieri sera, alla prima della performance di Paola Di Mitri dal titolo “Vita amore morte e rivoluzione”. Non lasciatevi ingannare da un titolo non molto felice perché al contrario assisterete a un racconto coinvolgente e di straordinaria intelligenza per la struttura dello spettacolo e naturalmente per i suoi forti contenuti che vi appassioneranno fino alle lacrime e all’emozione più profonda.

Paola Di Mitri racconta una storia familiare, quella della sua famiglia, quindi il coinvolgimento con il suo personaggio è totale e lo esprime con una recitazione fluida, diremmo istintiva, senza orpelli accademici. ma dove Di Mitri eccelle in modo inequivocabile è nella creatività (per quel che riguarda i contenuti), nell'abilissima regia (per quel che riguarda il linguaggio metateatrale) ed è infine un’abile manipolatrice di strumenti che l’odierna tecnologia ci mette a disposizione. Paola Di Mitri infatti riesce ad amalgamare i linguaggi cinematografici (attraverso un vero e proprio schermo), televisivi (con l’utilizzo di un grande televisore che, simile a un totem, domina il centro della scena) e naturalmente quello teatrale con rara abilità e non solo, ma manovra telecamere e smartphone dal vivo integrandoli alla perfezione nel suo racconto che sviluppa con indubbia abilità, coinvolgendoci presto nelle vicende della sua famiglia.VITA PAOLA DI MITRI

È un racconto che ci prende subito perché la famiglia della Di Mitri è simile a quella di migliaia di famiglie italiane che, uscite dalla distruzione della guerra, costruisce a poco a poco la propria fortuna con il duro lavoro e grandi sacrifici. Conosciamo la nonna e ci pare di rivedere nostra nonna, vediamo il padre che s’impegna in un’impresa che cresce grazie agli anni del boom economico.

E tutto questo ci viene raccontato attraverso filmini familiari che rendono il tutto molto realistico e veritiero (straordinaria la scena in cui l’attrice telefona alla nonna, sembra una vera e propria diretta, come la televisione ci ha abituato ad assistere).

Poi il racconto si dipana negli anni della contestazione e quindi la storia familiare va a confluire nelle vicende pubbliche in particolare con il sogno dello sviluppo industriale del Meridione, perché, ci ricorda sin dall’inizio Paola Di Mitri, qui ci troviamo nel profondo sud, a Taranto, destinato a diventare il polo industriale più importante del Sud e dove nel 1965 viene inaugurata quella che è destinata a diventare la più grande acciaieria d’Europa. Continuando a mescolare riprese dal vivo, filmati d’epoca di contestazioni operaie e filmini in video della propria famiglia, il racconto prende la piega drammatica della malattia irreversibile del padre iniziata nel 1992. Il resto è storia.
In questa performance Paola Di Mitri, con l’aiuto delle elaborazioni cinematografiche di Davide Crudetti, è riuscita a eliminare ogni patina di fredda cronaca per penetrarci nelle profondità dell’anima con i ferri incandescenti della fornace.

E ora un consiglio a tutti coloro che fanno o vogliono “fare teatro”: non perdetevi questa messinscena. Imparerete più in questa ora di “spettacolo” che in mille di corsi e accademie.

VITO BRUSCHINI
 
TEATROBASILICA
uno spettacolo documentario di e con Paola Di Mitri
con la creazione cinematografica di Davide Crudetti
con la partecipazione in video di Ida Palmisano, Tonino Lombardi, Maria Bani
e le voci di Raffaele Cataldi, Chiara Petillo, Donato Caramia, Virginia Rondinelli, Margherita Calderazzi, Cataldo Cantore
musiche originali Gaspare Sammartano
progettazione e realizzazione scene Paola Villani
luci Raffaella Vitiello
suono Hubert Westkemper
tecnici Alessio Troya, Martin Emanuel Palma
collaborazione artistica Gabriele Paolocà
materiale d’archivio famiglia Di Mitri
produzione Cranpi
TEATRO BASILICA
P.za di S. Giovanni in Laterano, 10, 00184 Roma RM, Italia
info@teatrobasilica.com
3929768519
FINO A DOMENICA 29 OTTOBRE

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