“STORIA DEL CANE CHE NON VOLEVA PIU’ AMARE”. MONICA PAIS E IL SUO MAREMMANO TROPPO UMANO

LA VETERINARIA PIÙ FAMOSA D’ITALIA TORNA A RACCONTARCI COMMOVENTI STORIE DEI NOSTRI AMICI A 4 ZAMPE

di Cristina Marra 18/11/2019
Recensione romanzo
monica pais maremmanoReggio Calabria. “Lo sguardo non era cambiato” eppure dopo un mese dal suo arrivo alla clinica Due Mari di Oristano “quel mucchio d’ossa privo di speranza” riprese le sembianze di un cane, un maremmano con gli occhi gialli bistrati di nero” e Mano divenne il “rottame” piu’ attenzionato che mordeva qualsiasi mano (da qui il nome!) che potesse sfiorarlo o avvicinarsi a lui anche soltanto per una carezza.

La storia del maremmano triste, volutamente non inserita nel precedente “Animali come noi” della veterinaria piu’ famosa d’Italia meritava un libro tutto per sé che svelasse il percorso di ritorno alla vita e all’amore verso gli umani di un cane che la sofferenza e i maltrattamenti avevano reso impermeabile alle emozioni, o meglio, impermeabile alla fiducia verso gli esseri umani che gli avevano tolto la dignità.

Monica Pais, medico veterinario, scrive col cuore in mano e col cuore su Mano e racconta ai lettori il suo stato d’animo di medico ma anche di salvatrice fin da bambina di animali in difficoltà che, a un certo punto del percorso di recupero, si sente di aver fallito, di aver dato aiuto ma solo a metà, di non essere stata capace di cogliere in pieno il problema psicologico del cane e di non trovare la giusta cura. Mano diventa ben presto il decano del reparto di lunga degenza della clinica ma continua a ignorare tutti. Lo sguardo è fisso nel vuoto, i suoi occhi sono testimoni e custodi di un dolore e di ripetute violenze che lo rendono spento dentro e per questo perennemente sulle difensive.

Subisce le attenzioni degli altri cani con impassibilità, “il suo sguardo era vacuo come quello degli animali selvatici presi in trappola”, Mano ha ancora paura! Il suo corpo rifiorisce e il suo manto torna a essere bianchissimo e morbido ma il buio continua a rimanere dentro quel maremmano fiero e cocciuto che diventa l’ossessione di Monica che cerca di comprendere, di indagare su cosa mai avesse potuto subire Mano “per rompere definitivamente il legame che unisce i cani agli uomini” e su cosa fare per ridonargli il sorriso .

Mano non vive, vegeta, e al recupero fisico non corrisponde quello psicologico che lo blocca a uno stato di sopravvissuto senza voglia di reagire, la mission di Monica è “tirare fuori il nostro gigante triste dal pozzo di solitudine in cui era piombato e si forma una task force di cui fa parte la mitica Palla, la pitbull diventata l’ombra e l’assistente di Monica conosciuta nel precedente libro e “titolare” della onlus “Effetto Palla” (www.effettopallaonlus.it) che si occupa  di animali in difficoltà. Palla e altri rottami a quattro o due zampe, piumati, pelosi che sono entrati nella raccolta dii storie di salvataggi, recuperi, sfide e battaglie intrapresi da Monica e dal suo staff e raccontati in “Animali come noi” rappresentano il mondo di Monica, che si divide tra l’attività principale di chirurgo in clinica, e la onlus.

La storia del cane triste meravigliosamente illustrata da Paolo D’Altan è n racconto lungo che esplora le paure del migliore amico dell’uomo, paure e timoni che l’uomo stesso gli ha provocato. Mano non vuole essere aiutato, non vuole nessuno intorno e soprattutto non vuole tornare ad amare. Salvare la vita di un cane, riportarlo alla piena forma fisica non equivale a ridonargli la voglia di amare. Dove ha sbagliato Monica? Cosa ha bisogno Mano, dato in adozione per facilitarne il recupero, eppure refrattario a ogni gesto di affetto dei suoi straordinari umani che lo hanno accolto in un giardino da fiaba?

Monica Pais osserva, studia il comportamento di mano e anche da lontano non smette di pensare al grosso cane intristito. La psicologia degli animali è al centro della narrazione, l’autrice esplora il disagio e la sofferenza e anche la paura di un animale che da sempre ha dimostrato fedeltà verso gli esseri umani, ma la fiducia? La fiducia è un’altra cosa e per Mano sembra essere ormai un ricordo lontano o forse gli è sempre stata negata. Monica punta il dito sugli uomini capaci di maltrattamenti e torture tali da ridurre un cane grande e grosso in uno stato di apatia.

Mano stava annegando con le zampe legare e la museruola se non fosse stato visto e salvato da un pescatore, ecco il perché il ringhio diventa perenne sul suo bel volto che si attenua col passare del tempo ma non riporta il cane al contatto con gli uomini. Monica non si dà per vinta, è tenace e forte come la sua terra di Sardegna e sarà la sua isola sferzata dal vento a venirle in soccorso in una notte di tempesta.

Incipit “In quel momento mi parve una morte ineluttabile, vedendolo steso sul tavolo radiologico, appena scaricato a braccia dal furgone. Era un maremmano adulto e le sue ossa sembravano brancolare alla rinfusa, contenute a caso dentro quel che rimaneva di una pelle di cane”

Titolo “Storia del cane che non voleva piu’ amare”
Autore Monica Pais
Editore Longanesi
Prezzo euro 12,’’
 

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