SANDRO GIOVANNINI: UN RICORDO PERSONALE DEL COMMEDIOGRAFO SALVATORE SCIRE'

PER GLI APPASSIONATI DEL MUSICAL ITALIANO, ECCO LA TOCCANTE TESTIMONIANZA DI UNO SCRITTORE CHE L'HA "VISTO DA VICINO",

di Salvatore Scirè 04/01/2019
Teatro
SANDRO GIOVANNINI E SALVATORE SCIRèROMA. Avevo sempre sentito parlare di “Garinei & Giovannini”, coppia artistica e teatrale di grande successo. Da bambino vedevo il Musichiere, creato da loro, con il grande Mario Riva alla conduzione: “Domenica è sempre domenica” l’ho sempre trovata una canzone straordinaria, le cui parole, nella loro genuina semplicità, disegnavano un acquerello delicato e appassionato.

Ero ancora studente universitario, quando fondai l’Associazione ex Alunni del Liceo Visconti, insieme a un paio di amici; e tra i primi ad aderire con grande entusiasmo fu proprio Sandro Giovannini, il quale portò, come era normale che fosse, una ventata di simpatia e di creatività. Dovendo nominare un presidente, la scelta non poteva che cadere su di lui! Ed io, essendo il segretario del sodalizio, mi relazionavo direttamente con lui.

Nacque, così, una grande amicizia fra di noi, nonostante la differenza anagrafica: probabilmente, lui, accanto a me si sentiva più giovane; ed io, accanto a lui, un po’ più grande. Ben presto ebbi la fortuna di conoscere Pietro Garinei, anche se in un rapporto più rispettoso e distaccato, che diventò più stretto dopo la scomparsa di Sandro,.
Con Sandro Giovannini, come dicevo,  c’è stata una grande amicizia e molta confidenza. Spesso lo andavo a trovare al Sistina, lui era sempre di buon umore, sempre pronto a scherzare e a fare battute con chiunque.

Se si usciva dal teatro, la tappa d’obbligo era la Farmacia Achille, poco più avanti: il titolare era un amico; oppure  diceva: “annamo a rompe le palle alla Mondaini”: infatti, pochi sanno che la grande Sandra aveva aperto un’elegante boutique proprio di fronte al Sistina!  

In quegli anni irripetibili, grazie alla frequentazione con Sandro, ho avuto la grande fortuna di assistere alle prove di Aggiungi un posto a tavola (prima versione!); ma anche di gustare una spassosa partita a briscola tra Paolo Panelli e Johnny Dorelli nel “Sistina Club”, il baretto sotto il palcoscenico allora gestito dal signor Bonini e riservato alle compagnie.

Per restare in tema, ricordo una sera che dovevamo vederci a cena con gli amici dell’Associazione;  e Sandro arrivò semplicemente infuriato: ce l’aveva con Domenico Modugno, che aveva mollato Alleluja brava gente a un mese dal debutto, non credendo più nel progetto artistico. Non entrò nei dettagli, per discrezione, ma giurò che gliel’avrebbero fatta pagare! E infatti G&G fecero causa al Mimmo nazionale e ovviamente la vinsero. Nel frattempo, diedero l’opportunità di esplodere a un grandissimo artista, un certo Proietti Luigi, detto Gigi!!!!!!!  Quando si dice: i casi della vita!

Ovviamente, io fui invitato all’anteprima con i miei genitori: alle 19,45 squillò il telefono: era lui. “Stai ancora a casa? Aspettiamo voi per iniziare!” “Stiamo uscendo ora: 10 minuti e arriviamo”. In effetti, all’epoca abitavamo dietro piazza Colonna e arrivammo giusti giusti per l’inizio dello spettacolo che era fissato per le 20. Sandro ci accolse con grande affetto, salutò i miei e poi ci accompagnò ai posti assegnatici in prima fila: “Vi faccio da maschera!” ci disse.
 
Spesso ci si riuniva nel famoso bunker del Sistina per parlare dell’Associazione con gli amici del Direttivo. Era un luogo magico, pieno di locandine, premi, ricordi e foto. C’era anche un pianoforte verticale che io mi misi sfacciatamente a suonare: se penso ancora oggi che quei tasti li avevano sfiorati personaggi come Gorni Kramer e Armando Trovajoli, mi vengono i brividi!  

Parafrasando Quasimodo, qualche volta Sandro ridendo diceva: “E fu subito Garinei!”. Ma Pietro in realtà non partecipava a quelle riunioni:  sarebbe diventato “viscontino” ad honorem dopo la scomparsa di Sandro, quando l’Associazione ex Alunni, in collaborazione con il Sistina, creò il “Premio Sandro Giovannini” destinato al “romano dell’anno”. 
 
Al Visconti Sandro Giovannini “inventò” la festa di fine d’anno nel cinquecentesco cortile del Collegio Romano, che ben presto divenne una tradizione. Arrivava a scuola un camion carico di fari e proiettori portati dal Sistina: tutto l’edificio veniva illuminato dai tecnici del teatro;  l’atmosfera diventava magica e il gioco di luci veniva arricchito dal fascino delle torce romane. E a conclusione di una gustosa cena, Sandro si divertiva da matti a condurre il gioco del Mercante in Fiera: anzi, lui stesso volle creare delle carte ad hoc, ritagliando foto di rotocalchi e scritte di giornali.
 
Era una bella persona, generosa, buona (anche se quando si arrabbiava....); soprattutto modesta (e Lui mi ha fatto comprendere per primo che la modestia è la principale virtù dei “grandi”).

Una sera stavamo a ridere e scherzare accanto al botteghino del teatro, durante l’intervallo, quando si avvicinò una vecchina, piccola e minuta, la quale, senza sapere chi fosse, gli chiese “scusi, ma in questo teatro c’è un bagno?”. E Sandro: “Certamente, venga, ce l’accompagno io”. E così, dal suo metro e novanta di altezza, offrì il braccio alla cortese signora, che si aggrappò a lui. E Sandro fu felice e divertito di quel gesto: si girava verso di noi e rideva soddisfatto, come se avesse agganciato Marilyn Monroe o Liz Taylor!
 
Sandro Giovanni era una persona di grande spirito, quasi goliardico. Prendeva sempre in giro l’allora Direttore del Teatro, il Col. Zambardino, un gran signore e un amico: “colonnello Bombardelli, colonnello tra i più belli, colonnello Bombardonzi... lascio a te la rima!” E il Direttore rideva divertito: dopo la scomparsa di Sandro, avrebbe pubblicato una appassionata ed istruttiva “Sistina Story” a puntate, che veniva distribuita agli spettatori del teatro.  

Memorabili le frasi di Sandro, quasi delle sentenze di vita: “I giochi sono una cosa molto seria” (quando organizzavamo la caccia al tesoro a scuola), oppure: “con la laurea in Legge si possono fare molte cose, anche le commedie musicali! Poi, non parliamo di Pietro, che è addirittura farmacista!” E quando mi salutava al telefono mi diceva “Delizioso Scirè, ti bacio nel solito posto!”

Una volta, ci invitò a cena per il suo compleanno. Appuntamento ad Ostia, alla Lega Navale: Sandro si presentò all’appuntamento con un braccio ingessato, che si era fratturato poche ore prima. Dopo cena ci trasferimmo nella sua casetta al Villaggio Tognazzi, dove rimanemmo a ridere e scherzare. Poi, al momento di congedarci, dicemmo che volevamo fare il bagno di notte. Ci salutammo e andammo in spiaggia a tuffarci. A quel punto, scattò l’idea dello scherzo: tra di noi c’era una bella signora, che Sandro ammirava molto: donna di spirito, assai capace e intelligente. D’accordo con lei, la mattina dopo gli telefonammo per dirgli “Ma lo sai che Marisa s’è fatta il bagno nuda? Peggio per te, che non sei venuto!”  E lui rimase esterrefatto e si portò in cielo questa convinzione!
 
Una mattina, quando ancora lavoravo nelle assicurazioni, mi chiamò e mi disse: “Ti va di accompagnarmi a Londra? Vado a caccia di spettacoli e di mignonettes di whisky. E non mi va di andare da solo. Naturalmente, sei mio ospite!”  E così partimmo, sorvolammo le bianche scogliere di Dover e atterrammo a Heathrow, direzione Hotel Savoy sullo Strand: mi aveva promesso “donne e champagne”!!!!!   Niente di tutto questo, mi pare ovvio, ma girammo allegramente per la città, visitando le maggiori case produttrici di whisky, alla ricerca delle bottigliette da collezione, una sua divertente mania,  (ne aveva circa 7.000) e quasi tutte le sere si andava a teatro: ricordo un notevole Niente sesso siamo inglesi (che poi portò al Sistina l’anno seguente) e soprattutto un indimenticabile Harvey, interpretato sul palcoscenico da James Stewart (niente di meno!).

Nel mio piccolo, per ricambiare lo invitai a cena, una volta tornati a Roma. E lui gradi e apprezzò il mio gesto. Era sempre un’occasione per parlare delle cose che ci avvicinavano. Ad esempio l’amore per la città di Roma, che in lui diventava quasi fanatismo: mi raccontò che una volta si rifiutò di entrare in Germania con la macchina, poichè la polizia tedesca esigeva la targhetta con la I (di Italia): sulla targa c’era scritto Roma e per lui era più che sufficiente!   
 
L’ultima volta che lo vidi in vita, fu all’allora Clinica Moscati, dove era ricoverato. Anche in quel contesto mantenne integra tutta la sua ironia. Raccontò di aver chiesto a qualcuno del personale: “ma in questa bellissima clinica, piena di fiori, elegante, per caso ci sono anche i medici?”.

Io ero andato a dirgli che era stata programmata una partita di calcio tra la squadra del Liceo Visconti e una rappresentanza dell’Associazione ex Alunni. E lui, immobilizzato dalla malattia, mi disse ironico: “Io temo che non potrò scendere in campo”.

Purtroppo, noi “ex” la partita la giocammo, ma con il lutto al braccio. E perdemmo anche sonoramente!
Il funerale fu commovente: nella basilica di S.Lorenzo al Verano, il M° Armando Trovajoli all’organo suonò Roma nun fa la stupida in modo eccelso! Emozione nella commozione!

L’anno scorso, sono andato a rivedere Aggiungi un posto a tavola al Teatro Brancaccio. Nel foyer notai una gigantografia di Garinei & Giovannini, a grandezza naturale. E che non te ce la fai un foto ricordo?
Ciao Sandro!

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