“RUDENS”, LE RADICI DELLA NOSTRA COMICITÀ IN UNA DELLE PIÙ INNOVATIVE COMMEDIE DI PLAUTO

VINCENZO ZINGARO OFFRE UNA RILETTURA ALLEGRA COME UN MUSICAL DELL’ORIGINALE TESTO PLAUTINO.

di Vito Bruschini 12/01/2019
Visto e recensito
rudensROMA. Vincenzo Zingaro, fondatore della Compagnia Castalia, che da oltre ventisei anni conduce caparbiamente una personale impresa, quella di conservare la memoria e le radici della nostra cultura classica, ancora una volta ci offre una lettura di estrema attualità di un testo scritto più di cento anni prima della nascita di Cristo.
Rudens è una della commedie più insolite e innovative del commediografo latino. Tanto per cominciare non è ambientata in una città, ma Plauto immagina che l’azione si svolga in riva al mare, su una spiaggia dove è stato eretto il Tempio di Venere e dove si trova la capanna del vecchio Mormora, uno sventurato padre al quale tempo prima la giovane figlia era stata rapita da un pirata.

L’allestimento scenico ci catapulta immediatamente in un’atmosfera di altri tempi. Davanti al proscenio è stata allestita, dallo scenografo Lorenzo Zappelloni, una scogliera e un piccolo porticciolo al quale attracca una vera barca a vela latina che attraversa l’intera platea, dandoci la sensazione di entrare in una magica dimensione onirica. I plumbei colori del cielo, dopo la tempesta, mutano, i tuoni si attenuano (le luci sono di Giovanna Venzi) e ha inizio la rappresentazione fiabesca di questa storia che racconta di tempeste scatenate dagli dei contro i traffici di pirati che rapiscono fanciulle, di naufraghi che le onde hanno rigettato sulla stessa spiaggia da cui sono partiti, di padri disperati, di schiave che stanno per essere avviate al meretricio, di poveri pescatori che tentano di procurarsi di che sfamarsi… e di un cofanetto ripescato in mare da uno di questi poveri sventurati.

Nel cofanetto verranno rinvenuti oggetti che erano appartenuti alla figlia rapita dell’anziano Mormora. Questa li riconoscerà e li riconoscerà anche i padre e così i due potranno felicemente riabbracciarsi. I servi per ricompensa saranno liberati e così anche le schiave. La commedia termina con l’esortazione del vecchio Mormora al suo ex servitore a perseguire l’onestà, a non essere avido perché alla fine l’avidità è quel sentimento che ci porterà alla distruzione. Ecco una morale insolita da trovare nelle opere licenziose di Plauto. Forse è il segno del mutare dei tempi? Il fatto straordinario è che a distanza di oltre duemila anni l’esortazione calza a meraviglia se la spediamo a quelle èlite che oggi detengono il potere: non siate avide perché altrimenti il mondo andrà in rovina.

Tutto questo materiale è stato trattato con eleganza, leggerezza e notevole ritmo dal nostro regista Zingaro che ha impostato la messinscena sulle atmosfere di un vero e proprio musical, sostenuto nell’impresa dalle bellissime e orecchiabili musiche del Maestro Giovanni Zappalorto. E che dire dell’affiatatissima compagnia? Nei panni dell’anziano padre troviamo Ugo Cardinali, dai tempi e i ritmi perfetti. Lo coadiuva l’esilarante e dinamico Piero Scarpa, il Pescatore. Altrettanto fisico e spassoso è Fabrizio Passerini, nei panni di Muggine. E su tutti l’ironia dello Squalo interpretato con grottesca mimica da Rocco Militano. Di Annalena Lombardi vanno sottolineati gli emozionanti interventi cantati. Mentre Laura De Angelis, che interpreta Alghetta, si distingue per l’ironia, che il suo ruolo impone.

Infine, davvero memorabile è il quadro finale del primo atto: esilarante per le musiche, i fantasiosi costumi, di Emiliana Di Rubbio, e la bravura di tutti gli attori. È il momento in cui i bambini in sala si sono molto divertiti. Dimenticavo di dire che lo spettacolo non è soltanto per un pubblico adulto, potete portare anche i vostri figli più piccoli perché sicuramente non si annoieranno e poi sarà un modo per cominciare a fargli amare il Teatro, cioè la Vita.

TEATRO ARCOBALENO
Via F. Redi 1/a
info 06.44248154
Fino al 20 gennaio 2019

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