ORA TOCCA A LUI. LETTERA APERTA AL PRESIDENTE MATTARELLA

Si auspica un governo monocolore che non duri più di uno o due anni, il tempo per una riforma elettorale, una tranquilla finanziaria e qualche legge sociale -

di Elena Branciforte 05/03/2018
L'Analisi
SERGIO MATTARELLAROMA, Signor Presidente,
le elezioni del 4 di marzo dimostrano che nel nostro paese è avvenuta una rivoluzione culturale, che dei politici lungimiranti dovrebbero assecondare perché si trasformi gradualmente in radicale cambiamento della politica e del far politica.
 
Ella, Presidente, potrà fare come Luigi XVI, ignorare la nuova realtà, cercando di difendere la vecchia “casta”, ormai screditata, o fare come Vittorio Emanuele II, che nel 1876, rispettando la volontà dell’elettorato, diede il governo alla Sinistra garibaldina, benché non fosse tenuto a farlo.
 
Può lasciare Gentiloni al governo a tempo indeterminato, permettendo alla “casta” di tirarla per le lunghe, per arrivare infine ad una nuova legge elettorale “farlocca” e a nuove elezioni; in questo caso vi sarà, temo, un “bagno di sangue”, metaforico (crisi economica peggiore dell’attuale) o reale (secessione del Nord con rischio di violenti scontri civili).
 
Può invece dare l’incarico al partito, che con ampio margine ha conquistato la maggioranza relativa, per la formazione di un governo monocolore, che ovviamente non potrà essere di legislatura, potrà durare, al massimo, uno o due anni, per attuare una riforma elettorale che restituisca agli elettori il diritto a selezionare gli eletti ed il diritto, attraverso il doppio turno nei collegi uninominali, a scegliere il Governo.
 
Potrà e dovrà fare solo questo? No. Dovrà scrivere una “Finanziaria” per il prossimo anno, che non preveda “lacrime e sangue”, e potrà inoltre dare attuazione a quei provvedimenti che abbiano un consenso ampio e “trasversale” in Parlamento.
 
Quindi né “reddito di cittadinanza”, né Flat Tax, ma revisione della Legge Fornero, incentivi per la natalità, innalzamento delle pensioni minime e d’invalidità.
 
Il popolo ha scelto, il popolo ha deciso, il popolo va rispettato.
 
Presidente non faccia il Ponzio Pilato della situazione, si assuma le sue responsabilità, risparmi così al Paese quel “bagno di sangue”, che invece, in altra epoca, non fu evitato e prevenuto persino dopo la tragica ed eroica morte di suo fratello.

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