MONTESANO TORNA AD INDOSSARE LA MASCHERA DEL CONTE TACCHIA

La commedia musicale di Montesano supera il film di oltre trent’anni fa. Ecco perché. -

di Martina Esposito 07/03/2018
Visto e recensito
Conte TacchiaROMA. La commedia musicale Il Conte Tacchia, scritta e diretta da Enrico Montesano, è la trasposizione in chiave teatrale dell’omonimo film, diretto nel 1982 da Sergio Corbucci.

La vicenda, ambientata nella Roma post Risorgimentale degli anni Dieci del Novecento, racconta le ambizioni di scalata sociale di Checco Puricelli, soprannominato “Conte Tacchia”, in virtù del suo mestiere di falegname, destinate ad essere deluse, a causa dell’esclusione classista a cui suo malgrado viene sottoposto dall’aristocrazia romana, nonostante abbia ereditato il titolo nobiliare di Principe. La successiva consapevolezza dello scadimento morale del ceto nobiliare, da lui tanto ambíto, lo riavvicina alle proprie origini e alla fidanzata popolana.
   
La commedia musicale ripropone gli episodi principali del film, narrati in forma di flashback, all’interno di una cornice inedita ambientata nel secondo dopoguerra, al ritorno del Conte Tacchia dall’America.

Rispetto al film, che si iscriveva nel filone “commerciale” degli anni Ottanta, nonostante vantasse presenze illustri, quali quella di Vittorio Gassman e di Paolo Panelli, oltre a quella di Enrico Montesano, la commedia ha ora acquisito spessore, perché inserita nella cornice del Teatro Sistina e della tradizione del Teatro musicale, e ha aggiunto un nuovo “capitolo” alle commedie di ambientazione romana.

Sebbene la recitazione sia il fondamento del teatro di Montesano, l’attore ha sempre privilegiato il momento della scrittura creativa, tanto che, già nel film, è possibile riconoscere molti apporti personali, nonostante non figuri ufficialmente tra gli sceneggiatori. Anche in questo caso, partendo dal modello esistente, Montesano riesce a rinnovare e a riadattare la materia al registro della commedia musicale e anche al vincolo dei momenti ballati e cantati. Il Montesano autore infatti, in quanto interprete di ciò che scrive, conosce perfettamente le dinamiche della scena e la tecnica di traduzione degli accorgimenti attoriali nel testo scritto.

Montesano è in verità soprattutto un creatore di testi e caratteri sulla scena:  è durante le prove, alla presenza degli attori, che definisce il testo, in una rielaborazione continua fino al giorno del debutto, senza che questo ne segni la cristallizzazione, ma la ricerca di variazione continua durante le repliche, anche sulla base del riscontro di pubblico.

Il risultato è quello di saper piegare il testo alle proprie abilità istrioniche, con una serie di trovate comiche, come la caricatura della personalità, la tipizzazione del difetto e l’esagerazione del gesto. Particolarmente efficace risulta la riflessione linguistica, che nella fattispecie si traduce nell’uso della storpiatura del linguaggio alto attraverso le assonanze con il linguaggio basso, da parte del protagonista di bassa estrazione sociale, che tenta invano di esprimersi con un registro che non gli appartiene.Enrico Montesano conte Tacchia

È da sottolineare che, mentre i personaggi di Rugantino e il Marchese del Grillo sono stati riadattati in vista della sua performance, in quanto precedentemente interpretati da Nino Manfredi e Alberto Sordi, il Conte Tacchia è un personaggio tratteggiato sulle sue peculiarità attoriali fin dalle origini cinematografiche. Tuttavia, nella versione teatrale Montesano è in grado di conferire nuove sfumature al personaggio rispetto alla precedente prova cinematografica, facendo riaffiorare elementi delle maschere e dei caratteri del suo repertorio teatrale, in cui senza dubbio Rugantino assume una posizione privilegiata.

Montesano è inoltre in grado di sfruttare le sue doti attoriali anche nell’ambito della regia, riallacciandosi così alla tradizione tipicamente italiana del capocomico, attiva prima dell’avvento della figura esclusiva del regista. Ineguagliabile, per un regista che non sia anche attore, il lavoro da lui svolto sugli attori, in cui riesce a trasfondere il carattere del personaggio chiamato ad interpretare e che si traduce in una sorprendente armonia e coerenza della compagnia dal punto di vista stilistico.

Si segnala la presenza di Michele Enrico Montesano, che già aveva dimostrato la stessa versatilità del padre nelle precedenti commedie musicali da lui interpretate, C’è qualche cosa in te e Il Marchese del Grillo. Nella commedia ora in scena interpreta il marchese antagonista del Conte Tacchia (nel film Giuseppe Pambieri), dando prova, a soli ventitre anni, di una innata capacità di tenere la scena e di una disinvoltura guidata dal senso della misura, che lasciano presagire un futuro di successi.
Partecipa eccezionalmente come attore, nei panni di Ninetto (nel film Ninetto D’Avoli), Giorgio De Bortoli, allievo di Gino Landi, presenza costante della produzione teatrale di Garinei e Giovannini, in un’ideale continuità con il passato.

Da sottolineare l’eccezionale sforzo produttivo realizzato dalla Thalia Produzioni che, senza godere di finanziamenti pubblici, ha garantito un allestimento degno della illustre tradizione delle commedie musicali del Teatro Sistina.

Lo spettacolo Il Conte Tacchia è uno dei rarissimi esempi di rielaborazione che supera il modello originale: se la pellicola cinematografica infatti è destinata, per sua stessa natura, alla fissità, viceversa il teatro riesce a conferire vitalità ai personaggi, che – alla maniera di Pirandello – “balzan vivi” sulla scena al cospetto del pubblico, cultore del film.

TEATRO SISTINA
Fino al 25 Marzo
 
ENRICO MONTESANO
 
Il Conte Tacchia
Liberamente tratto dal film di Sergio Corbucci
Commedia musicale di Enrico Montesano e Gianni Clementi
 
Scenografie Carlo De Marino
Musiche originali Maurizio Abeni
Coreografie Manolo Casalino
Costumi Valeria Onnis
Luci Luca Maneli
Regia Enrico Montesano
Produzione esecutiva: Valentina Mauro e Teresa Trisorio
 
E con
Giulio Farnese, Andrea Pirolli, Elisabetta Mandalari
Roberto Attias, Monica Guazzini, Benedetta Valanzano
Michele Enrico Montesano, Tonino Tosto, Giacomo Genova
Gerry Gherardi, Giorgio De Bortoli, Sergio Spurio,
Ambra Cianfoni, Saria Cipollitti, Giuseppe Ranieri,
Francesca Rustichelli, Sebastiano Lo Casto
 
I solisti
Valentina Bagnetti, Michela Bernardini, Saria Cipollitti
Annalisa D’Ambrosio, Viola Oroccini, Silvia Pedicino
Sebastiano Lo Casto, Manuel Mercuri, Kevin Peci
Federico Pisano, Giuseppe Ranieri, Rocco Stifani
 
Collaborazione Artistica: Stefano Genovese
Assistente alla regia: Melissa Regolanti
II Assistente alla regia: Goffredo Bruno
Direttore di scena: Bruno Di Venanzio
Capo macchinista: Gianni Bernacchia
Macchinisti: Alessandro Brambilla, Davide Zanni
Light designer e consolle luci: Luca Maneli
Elettricista: Sergio Sales
Suono e consolle audio: Dario Felli
Microfonista: Claudio Ruggiero
Responsabile costumi e capo sarta: Katia Viva
Assistente costumi, responsabile parrucche e trucco: Chiara Adorno
 
TEATRO SISTINA
Via Sistina, 129 Roma
Biglietteria: 06.4200711 392.8567896
 
Poltronissima € 55,00
Poltrona e Prima Galleria € 50,00
Seconda Galleria €45,00
Terza Galleria € 35,00
 
dal martedì al sabato ore 21.00
domenica ore 17.00
mercoledì  14 e 21/03 solo ore 17
 

Articoli SPETTACOLO

Contattaci