MARIO COSTANTINO TRIOLO, L'ECCELLENZA DELLO STILE

IL FUTURO DELLA CREATIVITÀ ITALIANA PASSA DA QUI

di Cristina Marra 09/10/2022
Eccellenze Made in Italy
trioloReggio Calabria. Made in Italy per lo stilista Mario Costantino Triolo è sinonimo di saper fare, di quella conoscenza che parte dai materiali e dagli strumenti basici e poi si associa alla creatività e al talento per realizzare abiti dalla bellezza unica e sofisticata come quella delle donne che li indossano. Saper fare è il consiglio prezioso che la sua amata nonna gli dona quando, ai suoi esordi nel mondo della moda, crea abiti per eventi in discoteca a Bologna.

Saper fare per Mario diventa un progetto, un traguardo, un sogno da realizzare e significa avere l’arte nelle mani, imparare a reinterpretarla e spasmarla esaltando l’artigianalità e la cura dei dettagli, la scelta dei tessuti e inserendo quell’elemento in più, quel suo rendere una creazione sartoriale evanescente e onirica, che lo identifica inconfondibilmente nel panorama dell’haute couture da quasi un decennio.

Mario deve tutto alla saggezza e alla lungimiranza di sua nonna che, come una talent scout, capta subito la sua grande potenzialità creativa e lo indirizza, consiglia, incoraggia senza mai fargli perdere di vista la sua terra di origine, quella Calabria culla del mito, scrigno di tesori artistici e custode di un artigianato millenario e sapiente che si conserva nelle mani di pochi e che ispira a tal punto Mario da diventarne a sua volta un esponente e da artigiano della moda segue ogni passaggio creativo dei suoi capi. Mario Costantino Triolo si dedica a capsule per collezioni studiate e realizzate con dedizione e un capo di haute couture è un’opera d’arte in passerella o indossato da dive del cinema della musica   come Emma Morrone, Ursula Corbero, Ashley Benson.  

La sostenibilità è un must per la MCTcollezioni, abbatto tanti processi produttivi, afferma con orgoglio Mario, in sintesi riducendo la filiera, elimino qualsiasi passaggio dannoso per l’ambiente, l’artigianato dei miei capi è il mezzo idoneo per la  vera sostenibilità.

Sostenibilità che si sposa con abiti che sono un’opera d’arte artigianale, un palpito del cuore, un soffio di vento, una nuvola sontuosa, un racconto da narrare. Artigianale è tutto ciò che è creato col cuore rivela Mario che a dicembre sarà ospite di Glamour appunti di moda che si svolgerà presso l’Università  Europea del Design di Pescara e lo vedrà protagonista di un incontro con gli studenti, un’occasione di scambio e di arricchimento reciproco. Un onore immenso poter dare i ragazzi con il mio racconto un incentivo per continuare a dare il massimo in un lavoro difficilissimo e che non si improvvisa

Mario, quando nasce la tua passione per gli abiti di Haute Couture?

Nasce a 14 anni ora ne ho 41, quando ho avuto il privilegio di assistere ad una delle ultime sfilate a Piazza di Spagna a Roma, sfilavano tutti insieme i grandi maestri come Ferrè che amo, Mugler che mi ha cambiato la visione del mondo, Versace per citarne solo tre. Ho rubato ad ognuno di loro un qualcosa, per farlo mio.

Sei calabrese ma vivi a Modena, la tradizione e le tecniche artigianale sono il tuo punto di forza?
La Calabria che ruolo ha?


Ha sempre un ruolo importantissimo, in primis per il carattere, determinato e cocciuto, è una terra aspra, difficile, ma densa di contaminazioni, colori e profumi. Le tradizioni ancora resistono ed infatti sto realizzando un progetto importantissimo con maestranze calabresi ma ora è troppo presto per svelarne i contenuti.

MCT collezioni, il tuo brand, non è solo l’acronimo del tuo nome? triolo

MCT è l’acronimo del mio nome che racchiude tanti progetti, infatti M sta per mariage, abiti da sposa realizzati al momento direttamente con le spose che scelgono i miei capi, per cui pezzi unici, C sta per Couture, ovvero i progetti red carpet e celebrity, T sta per toutjour, la linea che uscirà a breve di camiceria sartoriale, un progetto a cui tengo molto e che è in fase di realizzazione ed uscirà a Gennaio 2023.
 
Una delle tue peculiarità è l’essenzialità nella costruzione di un abito che lascia molto spazio al corpo femminile. Leggerezza, direi quasi evanescenza, un abito per te deve risaltare e completare una donna senza coprirla o nasconderla troppo?

Un abito può essere un’armatura, per me non è detto che un armatura sia per forza un qualcosa di pesante, un abito può esserlo aldilà del suo peso, è come la donna che lo indossa lo usa, che lo rende tale. La leggerezza per me è fondamentale, nonostante i miei capi siano molto costruiti, è questo l’incastro che riesco ad ottenere nelle mie creazioni.

L’artigianalità ti contraddistingue, come la unisci alla modernità?

Amo mixare tessuti moderni con tecniche ancestrali di costruzione e cucito, unire la storia con l’innovazione è una cosa che amo, ed i miei capi hanno sempre una storia da raccontare.

Le tue creazioni sono curate nei minimi dettagli, la filiera di produzione è un lavoro corale. Tu segui tutti i processi di creazione?

Assolutamente sì, sapendo cucire e tagliare, creo io stesso i prototipi, idem con le tecniche di ricamo, mi sento completo da questo punto di vista, lo devo a mia nonna

Alta moda ma non solo, a chi si rivolge MCTCollezioni?

Si rivolge ad un pubblico sicuramente con cultura, come dicevo prima, i miei capi raccontano delle storie, vorrei che i miei capi arrivassero a quelle donne che hanno voglia di raccontare quelle storie indossando i capi e facendoli parlare.

Arte e musica fanno parte del tuo percorso creativo?

Vivo di musica, mi devo emozionare per dare il meglio di me stesso, e quando ascolto la musica mi sembra di sfiorare Dio, l’arte è altrettanto importante ma ha bisogno di studio, mi arriva un po' più lentamente della musica ma ugualmente potente.

trioloCon quali criteri scegli i materiali impiegati?

Mia nonna mi ha sempre insegnato, che prima bisogna saper realizzare un capo e poi lo si può disegnare. E’ un lavoro che non si può improvvisare, i tessuti li scelgo in base a cosa devo creare, è fondamentale conoscere per creare.
 
Donne importanti, icone della musica, del jet set, della nobiltà ispirano le tue collezioni. La donna che ti ha formato all’arte sartoriale è stata tua nonna, è a lei che devi il tuo “saper fare”?

Lei è tutto per me, questo è un lavoro che definisco con un ossimoro, una benedetta maledizione, si soffre tanto, ma la sofferenza si trasforma e in creatività, ringrazio lei per questo.

La regina Elisabetta ti ha ispirato un abito che sarebbe stato protagonista su red carpet del festival del cinema di Venezia, come la ricordi?

Lo svelerò più avanti e sarà una sorpresa.

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