“L’ASSASSINO SCRIVE 800 A”DI FRANCESCO BOZZI, MAESTRO DELL’HUMOUR NERO ALL’ITALIANA.

BRILLANTE ROMANZO D’ESORDIO PER L’AUTORE DEI MONOLOGHI DI FIORELLO.

di Cristina Marra 04/07/2020
Letto e recensito
cri francesco bozziReggio Calabria. Saper raccontare il crimine strappando una risata che poi fa chiudere la bocca, tornare seri e alzare gli occhi al cielo per rifletterci su, non è talento da poco.

Questo succede circa ogni due tre pagine di “L’assassino scrive 800 A” di Francesco Bozzi, un giallo in cui humour e risate se la giocano con crimini e delitti e la scena si concentra sul commissario Mineo. Abitudinario e indolente, Saverio Mineo è un arguto osservatore e fa delle sue insofferenze un metodo investigativo che si rivela essere la chiave di lettura della società e dei personaggi su cui indaga.  

Bozzi, autore televisivo, radiofonico e sceneggiatore,  è un ottimo scrittore di  storie gialle e sa giocare con la comicità che solitamente mette in bocca a artisti come Fiorello.

Nel suo romanzo d’esordio di ambientazione siciliana (tra Cinisi e Terrasini) entra a pieno titolo in quella branca del genere poliziesco  che unisce umorismo, scene comiche, crimini e delitti e che affonda le radici in Veraldi e De Marchi, solo per citare i capostipiti dello humour nero all’italiana.

Dopo la recente e fortunata serialità campana di Pino Imperatore, con Bozzi ci si sposta in Sicilia, terra del mito, di antiche tradizioni e civiltà, di credenze popolari, di fatti di sangue, di uomini controcorrente  e di microcosmi sociali sui quali l’autore si sofferma. Il commissario Saverio Mineo, originario di Calamonaci, lettore della Gazzetta dello Sport, è un personaggio strepitoso e sorprendente che strappa sorrisi e che sembra occuparsi delle indagini di striscio, catturato dalle notizie sportive e dalla lista della spesa che sua moglie gli elenca per telefono, e invece risale al nocciolo delle questioni delittuose quasi per caso, stupendo l’ispettore La Placa e battibeccando col medico legale Costanza.

Distratto eppure attentissimo a ogni minimo rumore grazie al suo super udito, Mineo detesta incontrare persone che non conosce e che vorrebbero conoscere lui, odia l’estate e chi ha piedi ripugnanti che mette in mostra, non sopporta i quadroni e i rombi sui pigiami da uomo, tollera a stento il suo assistente Milito e la moglie che lo assilla al telefono. Mineo è infastidito dallo spreco, cronometra tutto e “sin da quando era piccolo la vista del sangue ematomi e bucce di pomodoro sulla pasta lo turba profondamente”, ma possiede un udito straordinario che “entra in azione quando c’è qualcosa che non va” e risolve i casi che dopo due anni senza omicidio si susseguono squilibrando le abitudini del commissario.

E se tra l’omicidio di tale Leggio ucciso con tre coltellate e quello di Paolo Marsala informatore dei Carabinieri si mette in mezzo anche la scritta 800A che compare sul muro di fronte al commissariato e ricorre in altri luoghi e rientra anche un latitante a cui seguono altri omicidi per Mineo non c’è pace.

Bozzi scrive in un crescendo di comicità e colpi di scena e anche se sono tanti i dilemmi che assillano il suo commissario riesce a raccontare in un modo nuovo e sottile piccoli e grandi enigmi e misteri siciliani e ritornerà su quella scritta sui muri dietro la quale conviene ancora saperne di più. 

Incipit “Sulla porta a vetri si legge la scritta DOTT. SAVERIO MINEO. Dentro l’ufficio il commissario Saverio Mineo, comodamente seduto alla scrivania, legge come ogni giorno La Gazzetta dello Sport commentando ad alta voce.”

Titolo L’assassino scrive 800 A
Autore Francesco Bozzi
Editore Solferino
Prezzo euro  17,50

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