INTERVISTA A SERGIO OLIVOTTI AUTORE DEL LIBRO ILLUSTRATO "LA SECONDA ARCA"

DIVERTENTE E ISTRUTTIVO RACCONTO ILLUSTRATO DELL’ARCA DI BARTOLOMEO. UN LIBRO PER “BAMBINI DI TUTTE LE ETA’”

di Cristina Marra 03/07/2018
Letto e recensito
SECONDA ARCAReggio Calabria. Sergio Olivotti è un autore poliedricoche mescola ironia, divertimento e non sense nei suoi libri illustrati per bambini di tutte le età. Designer e illustratore, nel suo "La seconda Arca" edito da Lavieri, racconta con parole e disegni l'Arca di Bartolomeo "lunga 180 bisonti ed alta 4 giraffe, aveva una stazza pari a 320 ippopotami obesi", e di animali particolari dall'imbarco al fantasioso approdo. Mammiferi, volatili, insetti e pesci salgono a bordo scelti da Bartolomeo e usufruiscono dei comfort della grande imbarcazione ma si scontrano anche con le difficoltà della convivenza in mare.

Sergio, dopo lo "Zoablatore", lo strumento per parlare con gli animali, arriva un'arca molto particolare. Da dove nascono le idee per le tue storie?
Quelle buone sembrerebbero venire per caso, ma siccome non credo nell'ispirazione così come descritta nell'immaginifico romantico, direi che sono il frutto di un percorso progettuale inconscio, di esperienze sedimentate:  a posteriori mi rendo conto che se esiste una cifra, un filo rosso che lega le mie narrazioni, è l'assurdo e il non-sense.
 
Sei autore sia del testo che dei disegni, come li gestisci? Pensi prima alla storia e cominci dai disegni o prima ti occupi del testo?
La cosa fondamentale in un racconto per l'infanzia è il concept. Se quello funziona ed è forte si può poi partire da dove si vuole. Allora quando mi metto a lavorare uso il criterio del divertimento: se vedo che è una giornata in cui mi va di disegnare disegno. Se vedo che invece preferisco stare alla tastiera e scrivere, scrivo. Cerco di non lavorare mai controvoglia, dunque spesso alterno.
 
Animali piccoli e grandi ma pur sempre fantastici e immaginari, sono loro il tuo mondo artistico?
Sì, ma non solo. Mi diverte moltissimo anche disegnare personaggi. Ho in fase di finalizzazione tre libri tutti senza animali...o quasi.

Il libro parte dal mistero della leggenda della "Seconda Arca" di Bartolomeo, fai una specie di indagine?
C'è un espediente/pretesto narrativo che ho voluto come introduzione per evitare che il libro fosse solo l'ennesimo bestiario fantastico. Mi piace rafforzare la sospensione del dubbio propria di ogni lettura con l'inserimento di quello che Hitchcock definirebbe un MacGuffin... ma neanche io sto ben capendo cosa dico. Insomma, all'inizio racconto di aver fatto un sacco di ricerche per arrivare a scrivere il libro, raccogliendo testi rarissimi e immagini che taluni vorrebbero addirittura acheropite, disegnate da mano non umana!SECONDA ARCA
 
L'arca accoglie animali selezionati ma anche attrezzi in uso sull'imbarcazione. C'è uno degli oggetti e degli animali a cui sei più affezionato?
Bartolomeo caricò sull'Arca moltissimi attrezzi indispensabili alla manutenzione di cose e passeggeri: la Snorbola (scaldacollo estensibile per giraffe); Lo Snaux (portauova ammortizzato per salvare le uova in occasione delle tempeste); il Cavapulci. Avendo due gatti a casa so che forse sarebbe stato utile anche un attrezzo per togliere i peli lasciati dagli animaletti. Ed infatti sull'arca era imbarcato anche un simpatico animaletto perfetto per la bisogna: il Gino Toglipeli. A lui sono affezionatissimo.
 
 I tuoi lettori non hanno età..che rapporto hai con loro?
Buono direi. Mi piace quando mi dicono di aver riso un sacco. È il mio scopo principale: far ridere e far fantasticare, perchè la fantasia è la matrice della creatività e la creatività è seme di libertà.
 
Sull'arca oltre alla sistemazione c'è anche il problema della convivenza?
 Sistemazione, convivenza... e tanti altri problemi tutti ingigantiti dalla stanchezza del viaggio.
Gli animali carnivori dovevano essere tenuti lontani da quelli erbivori. Ma anche le Simpatope (topine dalla risata tipo squittio-isterico) non potevano stare vicine ai Mammuttonti (pachidermi che si innamoravano facilmente delle simpatope e poi li ritrovavi a piangere col cuore infranto appoggiati a un baobab). Le scimmie purtroppo soffrivano il mal di mare e vomitavano sulle scarpe dei coccodrilli (naturalmente di coccodrillo). Bartolomeo dovette sedare la rivolta delle mucche, infuriate perchè l’erba da brucare era finita: per sette giorni fecero lo sciopero del latte e nessuno potè più ordinare un cappuccino decente. Così si arrabbiarono anche i piccioni perchè senza cappuccino nessuno ordinava più le brioches, e...niente brioches niente briciole: in segno di sdegno bombardarono di escrementi il ponte di prua. Gli orsetti lavatori, che erano addetti alla pulizia del ponte, s’imbestialirono (tutte le bestie si imbestialiscono d’altronde) e iniziarono a urlare e a battere le scope a ritmo contro il pavimento. Così svegliarono i loro cugini, gli Orsi Part-time (erano orsi che andavano in letargo 3 giorni alla settimana) che se ne fregarono della parentela e li legarono a una bitta. Insomma, sull'arca i problemi non mancavano. 
  
Tanti neologismi anche in questo libro. Ti piace giocare con la lingua italiana?
Ci sono i nomi degli animali che spesso sono nomi composti come il Selosapessi. Mi piace l'assurdo per questo nel libro si possono trovare neologismi e giochi letterari bizzarri. Ma un certo tipo di “gioco di parole”, quello alla Ezio Greggio per capirsi, lo trovo sciocco e non mi piace particolarmente; non fa parte del mio umorismo e oltretutto crea problemi per un eventuale traduzione: tutte le battute del libro sono traducibili.
 
Che ruolo gioca nei tuoi libri l'ironia scritta e disegnata?
Già per mia natura non amo i libri ed i discorsi troppo seri, figuriamoci in un libro per bambini! Naturalmente messaggi nobilitanti ed educativi possono certo esserci, ma in modo non esplicito, latente, indiretto, come a mio avviso si addice alla vera poesia.
 
SECONDA ARCALe tue storie sono fantastiche, come misceli realtà e finzione?
Dell'editoria dell'infanzia amo il fatto che non sia propriamente un genere letterario: ci sono libri “gialli” per bambini, libri “storici”, libri drammatici e libri comici. Giusto che ci siano tutti. Io però mi rendo conto che non è nelle mie personali corde parlare di Realtà in modo diretto: forse perchè vorrei creare per i piccoli lettori un mondo fantastico e sicuro che li protegga dall'esterno; ciò non significa che io sia contro i grandi-temi-educativi nella letteratura per l'infanzia, solo mi rendo conto che non è il mio genere, non sono portato per la non-fiction.
 
Tra gli animali della seconda arca ci sei anche tu nascosto a bordo?
Purtroppo credo di essere il pinguino di Copacabana: voglio andare al caldo e vivere l'otium dei latini come Gilberto Gil in “Tarde em Itapoa”: stare coi piedi sulla rena “Gostando un agua di coco”... Ecco: una cosa non vorrei si dicesse mai di me: “È un grande lavoratore!”. È il complimento meno poetico che si possa sentire. Non voglio essere il Castoro-Tuttofare. Giammai! :)

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