INTERVISTA A LUIGI DE MAGISTRIS AUTORE DI “FUORI DAL SISTEMA”

UOMO DELLO STATO E DELLE ISTITUZIONI TRADITO, PIÙ VOLTE, DALLO STATO E DALLE ISTITUZIONI

di Cristina Marra 23/10/2022
Le interviste di Cristina
de magistris intervistaE’ un racconto a cuore e braccia aperti quello che Luigi de Magistris fa nel suo ultimo libro Fuori dal sistema  edito da Piemme, che lascia alle pagine scritte il compito di far conoscere la sua storia di uomo dello stato e delle istituzioni che è stato tradito, più volte, dallo stato e dalle istituzioni.

Il cuore è ancora quello di un giovane magistrato entusiasta e impegnato a svolgere al meglio il suo incarico istituzionale e le braccia sono quelle sempre aperte e mai arrendevoli di un uomo più maturo e consapevole che continua a contrastare il sistema corrotto proponendo un’alternativa possibile.

Ex PM, ex sindaco di Napoli (il più longevo della città) è stato parlamentare europeo, adesso leader politico di Unione Popolare, l’autore ripercorre le tappe fondamentali della sua esperienza professionale e personale a partire dalla formazione familiare fino a arrivare agli ultimi traguardi e ai futuri obiettivi politici. In Fuori dal sistema, prefazione di Nino Di Matteo e postfazione di Pablo Iglesias, con stile semplice e incisivo, sincero e diretto, de Magistris anche da scrittore non tradisce la sua vocazione di oratore per la gente, che ha scelto le istituzioni per essere la voce e il braccio instancabili del popolo. de magistris intervista

La sua è la storia di un uomo che in nome della Costituzione inizia a scardinare un sistema di corruzione e mafie innestato nello Stato e che viene osteggiato e bloccato da una magistratura malata e cancerogena che lo ghettizza, lo colpisce e gli strappa la toga di dosso solo perché è fuori dal sistema. Da una strada di Napoli nel quartiere di Mergellina dove è nato, fino a Catanzaro e Bruxelles, la storia di de Magistris prosegue inesorabile e instancabile per le strade di altre città. La strada nell’autore diventa metafora non solo di itinerari e percorsi già battuti ma anche di nuovi sogni, “pazzie” e progetti da intraprendere.    
 
Il libro è la tua storia di uomo dello Stato tradito dal sistema criminale perpetrato da quello stesso Stato ma è anche il tuo percorso personale e intimo familiare e professionale. Partiamo dal tuo approccio con la magistratura che avviene in famiglia, è stato tuo padre il tuo ispiratore e il tuo esempio da seguire?
 
Mio padre, scomparso prematuramente quando era presidente di sezione della Corte di Appello di Napoli, era un magistrato esemplare, oggi più raro da trovare. Umile, indipendente, competente, coraggioso, con una grande umanità, lontano da ogni centro di potere. Mi ha insegnato con i fatti, con l’esempio, come si è magistrati. Mi ha ispirato e mi ha “illuso” perché ho pensato quando ero giovanissimo che i magistrati fossero più o meno tutti come lui. 
 
Essere Fuori dal sistema significa essere liberi. Quanto è stato alto da pagare per te il prezzo della tua libertà?
 
Per me è normale essere liberi. Non potrei ma rinunciare alla mia libertà. Non l’ho mai fatto, anche quando ti aprivano ponti d’oro. Nelle istituzioni, soprattutto a certi livelli, le persone libere non sono la maggioranza. E si paga un prezzo alto a restare liberi, senza un prezzo. Ma non c’è prezzo a non avere prezzo. Le persone libere non sono condizionabili e ricattabili e sono una garanzia per i cittadini. 
 
Famiglia e affetti, li citi più volte. Anche grazie al loro sostegno sei il Luigi che racconti nel libro?
 
Senza la mia famiglia, i miei affetti più cari, non sarei quello che sono. Per il sostegno morale e materiale che ho ricevuto. Per i sacrifici che hanno dovuto subire, e penso soprattutto in questo caso a mia moglie e i miei figli. Sono stato fortunato negli affetti, l’amore non si compra al mercato ma si alimenta nel cuore e vive con la testa e con l’anima. 

La tua è stata, e continua a essere, una battaglia contro la giustizia ma secondo giustizia?
 
Mi potrei definire un combattente per la giustizia. Perché si deve lottare ogni giorno per la giustizia e la strada è sempre in salita, dura, difficile, piena di ostacoli. Più persegui la giustizia e più trovi ostacoli. Legalità e giustizia troppo spesso non coincidono, perché la legalità formale è fatta non di rado di leggi ingiuste, provvedimenti amministrativi viziati da abuso di potere, sentenze “aggiustate”, condotte di chi detiene il potere non conformi ai diritti costituzionali. È triste constatare che siamo diventati un Paese in cui chi è giusto è considerato un’anomalia e chi è deviato rappresenta la normalità. 
  
Politica e sindacatura sempre partendo dalla gente, dalla strada. Sei infaticabile ma essere fra la gente fa la differenza? E’ anche questo l’approccio che fa sentire fuori dal sistema?
 
de magistris intervistaSono una persona che è sempre rimasta umana. Ho vissuto nelle istituzioni da uomo che si interfaccia con altri esseri umani, non con numeri. Stare tra la gente e con la gente è fondamentale sempre, soprattutto per chi ricopre determinati ruoli istituzionali, penso al sindaco, ma dovrebbe valere anche per ministri e parlamentari. La connessione sentimentale, l’empatia, l’ascolto, il confronto, anche il conflitto. Senza la gente non avrei retto oltre dieci anni da Sindaco, il più longevo della storia di Napoli, avendo all’opposizione tutto il Sistema. 
 
Da sindaco di Napoli sei entrato anche nei labirinti del sistema amministrativo. Tra le piaghe che lo affliggono la più radicata è quella che definisci del “nonsipuotismo”?
 
È un morbo della pigrizia, dell’accomodamento, della pavidità, certe volte anche l’anticamera del compromesso morale, se non peggio. Ma si può sradicare. Con l’esempio, essendo punto di riferimento, con la competenza, quello che si assume responsabilità e non lascia nessuno solo. Il coach della macchina amministrativa e pubblica. E poi anche sostenere chi non si piega e sanzionare chi invece si mette di traverso al perseguimento del bene comune e dell’interesse pubblico. 
 
“Senza verità e giustizia non c’è democrazia” scrivi nel libro. Il tuo è uno sguardo lucido, critico e anche sofferto sul tuo passato ma il libro ha anche uno sguardo ottimista al futuro. Si può costruire un’alternativa al sistema?      
 
Per costruire un’alternativa al sistema, che è possibile ma molto difficile, devi fare un’analisi vera e chiara della realtà, che è peggiore di quello che appare. Il livello di collusione, ricatti, condizionamenti, compromessi, corruzione e infiltrazione delle mafie di colletti bianchi è molto alta nelle istituzioni, non solo nella politica. Si devono unire le storie individuali e collettive fatte di onestà, autonomia, indipendenza, libertà, competenza, coraggio e passione. Ci vuole una rivoluzione culturale ed etica. Senza fare calcoli si deve lottare per i diritti, la verità e la giustizia a prescindere se si pensa di perdere o di vincere.

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