DUE LIBRI PER FERRAGOSTO: I ROMANZI SICILIANI DI CRISTINA CASSAR SCALIA

PROTAGONISTA UNA VICEQUESTORE DI CATANIA, VANINA GUARRASI.

di Salvatore Scirè 14/08/2019
Libri Gialli
sabbie nereCatania. Da buon siciliano “emigrato” a Roma (anche se il “viaggio” avvenne per me  in tenera età), mi sono sempre sentito attratto da tutto ciò che profuma di Trinacria, sia esso qualcosa di materiale che immateriale. La cosa è abbastanza ovvia e naturale, anche se la regola non vale per tutti!

Ciò premesso, debbo raccontare come lo scorso anno, seguendo casualmente la rubrica domenicale del TG-1 dedicata ai libri, fui incuriosito da un titolo, “Sabbia nera”: infatti stava andando in onda un’intervista all’Autrice, di cui sul momento mi era sfuggito anche il nome. Bastarono poche frasi captate quasi per caso per raddrizzare le antenne:  il libro infatti era un poliziesco ambientato a Catania e la sabbia nera era quella dell’Etna. Così andai su Google e scoprii tutto.

La scrittrice si chiama Cristina Cassar Scalia, di professione medico oculista,  ma in arte... autrice di gialli. Il titolo inoltre ben figurava nella collana Stile Libero della Einaudi e la cosa prometteva bene! Così lo ordinai immediatamente e lo lessi, anzi, me lo divorai. Ne rimasi così affascinato e attratto, al punto di attendere con ansia il secondo volume, uscito da poco: “La logica della lampara”. Comprato e letto con curiosità ancora più forte!  Forse anche meglio del primo!sabbia nera

Non si tratta soltanto di un episodio di sicilitudine (termine caro a Leonardo Sciascia): in realtà,  mi sono subito innamorato  della scrittura della Cassar Scalia, fluida e ricca, che riesce a raccontare con efficacia,  dosando bene tutte le varie componenti della  narrazione, ma sempre tenendo desta la soglia di interesse e la curiosità del lettore.

Va detto subito che ci troviamo innanzi a un caso di gialli “seriali”, oggi abbastanza in voga. L’Autrice, infatti, ha “creato” una protagonista speciale, un Vicequestore di nome Vanina (con una “enne”)  e di cognome Guarrasi, palermitana di nascita ma trasferitasi di proposito a Catania, per fuggire dal suo passato personale (che non vi sto a raccontare, ovviamente).  Una “sbirra”, insomma, dotata di un grande fiuto, la quale in “Sabbia Nera” si avventura nella difficile soluzione di un fatto di cronaca nera risalente a diversi decenni prima.  Nel secondo volume “La logica della lampara”, l’episodio noir conduce Vanina all’interno di uno spaccato sociale dai mille risvolti, in cui dovrà affrontare a viso aperto certi poteri forti, che si ritengono “e legibus soluti”.  Se la sede della Mobile è in pieno centro, la scena del delitto si trova lungo la Scogliera, un suggestivo tratto di mare che da Ognina conduce ad Aci Castello. E le descrizioni sono sempre molto affascinanti.

Accanto a Vanina, ci sono i suoi collaboratori, uomini e donne della Polizia di Stato, ma spunta fuori per caso anche Biagio Patanè, un anziano commissario in pensione, che emana straordinaria simpatia e tenerezza e che, grazie alla sua memoria storica, spesso e volentieri determinante, contribuisce alla soluzione dei casi.

La narrazione appassiona e intriga, anche perché l’Autrice sa alternare con giusta logica il racconto delle varie fasi delle indagini di polizia, con gli spaccati del vissuto privato di ciascuno, con cui disegna il profilo psicologico dei singoli protagonisti.

Senza rivelare altro, mi piace presentare questa nuova autrice, Cristina Cassar Scalia, dotata – lo voglio ripetere ancora una volta – di una penna brillante e affascinante, grazie alla quale riesce a descrivere nei dettagli una città magnifica, un territorio spettacolare, facendoli rivivere indirettamente al lettore: non a caso, io mi sono magicamente ritrovato a passeggiare per Catania in modo quasi naturale; assaporandone odori e profumi di arancini, sentendo quasi le “voci” della “Piscaria”. Di sicuro è il racconto di una terra che lei si sente nelle vene e che ama profondamente. Come tutti noi “siculi”, soprattutto noi della “diaspora”!

Ci fa riassaporare magicamente una terra straordinaria, nonostante le sue problematiche, ricorrendo a un linguaggio pieno di coloriture, ma senza esagerare, facendo uso con misurata parsimonia di parole ed espressioni dialettali, che però arricchiscono il tutto, spesso conferendo un tocco di gradevole ironia.
Il racconto delle indagini  risulta assai avvincente e fino all’ultimo riserva dei colpi di scena impensabili fino alla pagina precedente!

A quanto sembra, sono già stati opzionati i diritti per realizzarne film e fiction: la cosa non può che farci piacere. Auguri di successo sempre maggiore a Cristina Cassar Scalia.... E aspettiamo il terzo libro della serie.   

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