“DONNA FRANCESCA SAVASTA, INTESA CICCINA” DI LAURA LANZA

LE MAGICHE ATMOSFERE SICILIANE, AL TEMPO DEI BORBONI.

di Salvatore Scirè 03/04/2021
Letto e recensito
SALVA CICCINARoma.  Abbiamo il piacere di presentare un interessante romanzo storico di Laura Lanza, dal titolo “Donna Francesca Savasta, intesa Ciccina”, che riporta il lettore della Sicilia di metà Ottocento, in piena epoca dei Borboni.

Edito da ASTORIA e finalista del Premio Italo Calvino 2019, questo lavoro letterario ci racconta la storia di una donna, Francesca Savasta, in paese meglio conosciuta come Donna Ciccina. Un personaggio di umili origini, una donna purtroppo sola al mondo, senza una casa e senza un lavoro, che con il suo coraggio e la sua intelligenza riesce a dare una svolta alla sua vita che si prospettava piena di stenti e di povertà estrema.

Il suo cammino si incrocia per caso con quello di un giovane prete, don Peppino Gallo, di famiglia benestante, colto e piacente, che però dallo zio Monsignore viene mandato a fare il parroco di campagna in uno sperduto paese al centro dell’isola.

Ovviamente, dal loro incontro nasce un forte sentimento, che è difficile conciliare: lei diventa levatrice e anche addetta comunale all’accoglimento dei neonati abbandonati nella “ruota”, che in dialetto siciliano venivano chiamati “praietti” (da proietti, ossia gettati innanzi).


Il romanzo si sviluppa nell’arco di diversi anni e alla storia personale dei due protagonisti si affiancano storie parallele di altri personaggi minori, che rendono il racconto vivace e variegato, arricchito in particolare anche da due notevoli spunti creativi, il “miracolo” (o presunto tale) che sembrerà sfiorare da vicino Don Peppino Gallo, e la trama ordita da Ciccina per far si che un vecchio notaio diventi padre: trama che in certi passaggi divente quasi farsesca.

Con il dipanarsi della storia, si capisce che il “parrino” (ossia il prete) è stato destinato nella località sperduta come punizione perenne. Solo alla fine, lo zio Monsignore, ormai defunto, manifesterà un segno di pentimento in maniera tangibile. E sarà questa la svolta, veramente inaspettata, che sorprenderà il lettore nel finale del romanzo.SALVA CICCINA

Nel complesso una lettura piacevole, che ha dalla sua vari punti di forza. Innanzi tutto, l’uso intelligente del dialetto, che viene usato ampiamente all’interno del testo, rendendolo più vivace e intrigante, specialmente per tutti noi siciliani e per quanti hanno dimestichezza con questo meraviglioso dialetto.

A maggior ragione, va evidenziato che l’Autrice ha compiuto un vero e proprio lavoro di ricerca linguistica a ritroso nel tempo, rinvenendo parole ed espressioni antiche, molte delle quali ormai in disuso.  Non a caso, l’Autrice ha ritenuto utile ed opportuno dotare il romanzo, in appendice, di un piccolo vocabolario dei lemmi usati, con relativa traduzione in italiano.


Lo stesso dicasi per la puntuale ricerca storica nel ricostruire l’ambientazione e i dettagli di contorno, i riferimenti storici e sociali, per giustificare una narrazione e una storia che si svolge in un luogo di fantasia, inesistente nella carta geografica (Monteforte, la centro dei Monti Iblei! Magari ispirato a Giarratana o Monterosso Almo?). Insomma, ci troviamo di fronte a un’astrazione fantasiosa, che si contrappone volutamente a tanto realismo storicistico.

Il giudizio è nel complesso positivo: il romanzo piace, diverte, incuriosisce; ci rende una fotografia, o meglio un acquerello, di una Sicilia ormai di oltre un secolo e mezzo prima, ancora oggi viva e presente proprio grazie alla sua storia, costellata da invasioni, dominazioni, stratificazioni linguistiche e sociali. Il tutto grazie a una scrittura fresca, fluida, colorita: sicuramente un bell’omaggio alla Sicilia, isola di dei, di miti, di arte sublime, immersa in una natura spettacolare.

Incipit: Donna Francesca Savasta, intesa Ciccina, levatrice e pia ricevitrice dei projetti, non riusciva a prendere sonno. Il respiro del parrino che le si era addormentato accanto copriva rumorosamente il silenzio della notte. Magari il letto s'era fatto troppo nico per tutti e due.....

“Donna Francesca Savasta, intesa Ciccina”,
Laura Lanza,
Edizioni Astoria,
16,00 Euro

 

Articoli LETTERATURA

Contattaci