ANTONIO FUSCO RACCONTA LA NUOVA INDAGINE DEL COMMISSARIO CASABONA

Con il noir “Le vite parallele”, Fusco fa iniziare un nuovo ciclo al suo commissario Casabona

intervista di Cristina Marra 21/02/2018
Letto e recensito
Cristina Marra e Antonio FuscoREGGIO CALABRIA - Quando crei un personaggio non sai mai dove ti porterà, che strade ti farà imboccare e che scelte ti porterà a compiere, e Tommaso Casabona, commissario a Valdenza paese immaginario della Toscana, è diventato il protagonista seriale dei noir di Antonio Fusco senza che il suo autore lo avesse in cantiere. Funzionario di polizia e criminologo forense, Fusco esordisce nella narrativa di genere nel 2014 con "Ognuno ha il suo male" e prosegue con "La pietà dell'acqua", "Il metodo della Fenice" tutti romanzi vincitori di prestigiosi premi e raccolti nel 2017 in un unico volume.

Con "Le vite parallele" (Giunti), Fusco, concluso un percorso fortemente psicologico sul protagonista e sul luogo in cui il detective opera, comincia un nuovo ciclo per il suo Casabona, un personaggio a cui ci si lega e affeziona non perché abbia passioni o hobby particolari ma perché è un commissario realistico e vero che trasuda umanità e professionalità. Questa è la grande potenza narrativa di Antonio Fusco: aver creato una serialità con un protagonista che fa dell'umanità e della correttezza professionale, il suo credo con uno stile asciutto che si cala nell'animo dei personaggi con precisione e sensibilità.

Casabona è semplicemente un marito e un padre con i problemi, le incomprensioni, le gioie, le solitudini e i drammi della sua famiglia e un poliziotto un po’ schivo, efficiente e empatico che indaga il lato più buio dell'animo umano. Altro elemento distintivo dei romanzi noir di Fusco è l'ambientazione: l'immaginaria Valdenza, città di provincia della Toscana. In questa ultima indagine, Casabona deciso a lasciare la squadra per stare accanto alla moglie ricoverata in ospedale, non può sottrarsi a uno sguardo innocente e indifeso, è quello della foto che ritrae Martina la bambina di tre anni scomparsa da casa.

Fusco accompagna il lettore in un'indagine rivolta al microcosmo familiare, ai genitori della bambina, alle loro vite schiacciate dal conformismo. Vengono a galla misteri e doppi volti, perché ciò che appare non corrisponde sempre a ciò che si è realmente.    

Con "Le vite parallele" comincia un nuovo inizio per Casabona, sia professionale che personale per il tuo protagonista e anche per te?
Per me e quindi anche per lui. Mi sono sentito pronto per un diverso modo di raccontare le sue storie. Con un linguaggio più diretto, anche divertente in certi tratti. Per mostrare un Casabona ancora più umano e vero.
 
La coralità dei personaggi. Con questo romanzo emerge la squadra investigativa di Casabona?
Anche questa è una conseguenza di questo nuovo approccio narrativo. Ho voluto dare spazio a diversi personaggi per far entrare il lettore nello spirito del lavoro di squadra che contraddistingue il mondo delle investigazioni reali.
 
Casabona sonda il lato oscuro dell'essere umano, stavolta è nell'ambiente familiare che si annidano i germi del male?
Purtroppo è così anche nella realtà. La famiglia è il contesto dove si consumano molti gravi reati.  Pensiamo ai femminicidi o agli abusi sulle donne e sui minori. È un luogo di vicinanza, dove fermentano sentimenti e passioni. Fortunatamente, nella stragrande maggioranza dei casi, sentimenti e passioni positive.
 
Con "Le vite parallele" continui anche il tuo percorso sull'apparenza e la verità?
È un tema che mi affascina molto. Mi appassiona scavare nelle nostre debolezze e nella difficoltà, che ognuno di noi vive, di rendere coerenti le proprie pulsioni istintive con i valori di riferimento.
 
Che rapporto ha Casabona con i luoghi del crimine e con la morte?
Di enorme rispetto. Li considera sacri, perciò da proteggere da ogni forma di profanazione. Anche da parte di un certo tipo di giornalismo. La fine di una vita racchiude sempre in sé il senso della tragedia e ricorda a chi resta l’inspiegabile mistero della vita.
 
Valdenza resterà sempre il luogo del cuore e delle indagini di Casabona?
Certo. Questo è un punto fermo. Casabona e Valdenza sono legati in modo inscindibile, come Montalbano con la Sicilia.
 
Con i tuoi romanzi emerge anche il metodo investigativo italiano, le storie invece sono sempre frutto della tua fantasia o c'è stato qualche fatto di cronaca di cui ti sei occupato che ti ha colpito e ti ha ispirato una storia?
Per motivi di deontologia professionale non traggo mai ispirazione da casi di cui mi sono occupato personalmente. Certo, qualche fatto di cronaca che mi ha colpito può entrare nelle mie storie ma sono cose accadute lontano da me e apprese dalla stampa o dalla televisione.
 
Hai in cantieri nuovi progetti?
Voglio prendermi una piccola (giuro piccola) vacanza lontano da Casabona per provare a scrivere qualcosa di diverso. Ma tornerò presto da lui per raccontare cosa ha fatto in mia assenza.
 
Hai vinto molti premi che rapporto hai con i tuoi lettori? 
Ci tengo al rapporto con i lettori ed interagisco molto con loro. Sia di persona, in occasione delle tante presentazioni che faccio in giro per l’Italia, sia attraverso i miei social. Grazie a loro ho acquisito la consapevolezza delle mie potenzialità come autore e ho capito che Casabona ormai non mi appartiene più ma vive di vita propria.
 
La citazione memorabile
«Quando scompare una persona, è come se si fosse persa in una terra di mezzo tra la vita e la morte.Un limbo che alimenta l'ansia della speranza e impedisce la rassegnazione. È lì che dovremo cercarla...»
 
Antonio Fusco
LE VITE PARALLELE (Giunti)
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